lunedì 25 maggio 2015

Recensione di "Allegiant" - Veronica Roth

Cari visitatori della Tana,
bentornati da queste parti!
Oggi vi propongo una nuova recensione e voglio parlarvi di Allegiant, terzo ed ultimo volume della serie Divergent di Veronica Roth.
Come sapete ho letto questo romanzo grazie alla read-along che ho organizzato insieme a Giusy e Nym e se non fosse stato per l'impegno preso probabilmente non sarei mai riuscita a concludere questa serie.


Allegiant è uscito in Italia per DeAgostini nel Marzo 2014. Il libro conta 538 pagine ed il prezzo è di € 14,90 per il cartaceo e di € 8,99 per l'ebook.

TRAMA
La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il "sistema per fazioni" era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l'opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l'amore e il sacrificio.






LA MIA OPINIONE
Leggere l'ultimo capitolo di una saga dovrebbe essere emozionante, io invece dopo aver concluso Insurgent devo ammettere che non avevo proprio nessuna voglia di sapere come sarebbe finita questa trilogia.

Avevamo lasciato la città in cui vivono Tris e Quattro nel caos. Gli Esclusi sono riusciti a prendere il potere, cancellando ogni traccia del regime precedente. Tuttavia, il video mostrato a tutti da Tris alla fine dello scorso volume, in cui si vedeva Edith Prior rivelare che la città era un esperimento e che delle rappresentanze della popolazione, Divergenti, una volta raggiunto un numero consistente, sarebbero dovute uscire dalla città per scoprire la verità sull'esperimento non ha lasciato indifferente Tris, che nonostante il divieto posto da Evelyn, vuole provare ad uscire e a scoprire cosa l'aspetta oltre la recinzione.
Provvidenzialmente Tris viene contattata dagli Alleanti, un nuovo gruppo formatosi in città che vuole tornare al vecchio regime delle fazioni e con il loro aiuto lei, Tobias, Cara, Christina, Peter e Caleb riescono ad uscire dalla città.
Fuori dalla recinzione il gruppo viene accolto da alcuni rappresentanti del Dipartimento di Sanità Genetica, che li accolgono e spiegano loro il perché della creazione della città-esperimento di Chicago.Anni prima c'era stata una vera e propria guerra, la Guerra della Purezza, che ha visto contrapporsi i Geneticamente Puri ai Geneticamente Danneggiati, soggetti sottoposti a modificazioni genetiche. I GP erano riusciti ad imporsi, seppur con un governo debole e avevano deciso di creare delle città-esperimento per portarvi i GD. La loro speranza era quella che attraverso le generazioni le falle genetiche potessero essere colmate, fino alla nascita dei Divergenti, soggetti geneticamente sani.
La realtà davanti alla quale si trovano i ragazzi è inquietante e certo le cose nel mondo al di là della recinzione non sono tranquille: li aspettano nuove missioni, nuovi intrighi e nuovi sacrifici da fare.

Come mi era successo per Insurgent, dalla trama il libro mi ispirava molto di più.
La lettura non è stata lentissima, ma dopo il primo quarto questo romanzo comincia ad appesantirsi nettamente.
Ma partiamo dalla struttura: questa volta troviamo il doppio PoV e la vicenda ci viene narrata sia da Tris che da Tobias. Potrebbe essere un'ottima trovata se non fosse una scelta fatta solo per riparare al fatto che in Insurgent Tobias era stato praticamente una comparsa e nei momenti in cui c'era stato con Tris c'erano state solo enormi incomprensioni. Ma sorvolando su questo aspetto, se ne aggiunge uno ancora più rilevante: Tris e Tobias ragionano praticamente nello stesso modo. Ricordate le tre milioni di problematiche mentali di Tris in Insurgent? Bene, stavolta le ritroviamo tutte in Tobias e se non fosse per il fatto che all'inizio del capitolo c'è il nome del personaggio-narratore, avrei fatto fatica a distinguerli.
In Divergent completamente diverso, adesso il povero co-protagonista viene ridotto per metà del romanzo ad una persona che si piange addosso e che agisce senza una logica, esattamente come ha fatto Tris per buona parte del romanzo precedente. 
Insomma, se grazie al PoV di Quattro ci aspettavamo una maggiore introspezione su questo personaggio, no, la Roth non ci è proprio riuscita. Dopo la lettura si ricordano più i personaggi per quello che hanno fatto che per come si sono evoluti, perché dopo il primo romanzo mi sono resa conto che sia Tris che Tobias sono rimasti abbastanza piatti.
E a proposito di Tris, non possiamo certo dire che la sciagura in quanto a protagonista dei romanzi abbia smesso di colpirla, anzi, la sua situazione è notevolmente peggiorata. Se in Insurgent non ho capito buona parte del senso delle sue azioni e per questo è iniziata una grossa antipatia nei suoi confronti, in questo romanzo è andata anche peggio: pur capendo il perché delle sue azioni, mi è stata comunque antipatica. Perché Tris è perfetta, ha sempre ragione e anche quando combina qualcuna delle sue cavolate, ne esce pulita e nel peggiore dei casi, è pronta a sacrificarsi. Complimenti Veronica Roth, sei riuscita a creare la Mary Sue dei romanzi distopici.

Dal punto di vista della trama, questo romanzo si regge un po' di più in piedi rispetto ad Insurgent, ma comunque sembra che per metà la Roth si sia limitata ad allungare il brodo con altre rivolte, altri combattimenti, altre esplosioni. Certo, le scene d'azione in un romanzo distopico ci stanno bene, ma devono essere contornate da una buona trama, che invece in Allegiant non è poi così solida.
Per quanto riguarda in ultimo l'elemento della distopia, sì, siamo in un futuro ipotetico/alternativo in cui gli esperimenti genetici sull'uomo hanno causato delle guerre civili, ma dov'è la critica? La critica, la riflessione nei confronti della società sono un elemento portante di questo genere, che però in questo volume conclusivo della saga non ci sono. E' dato molto più spazio ai piagnistei di Quattro e a Tris che si butta nell'ennesima missione suicida piuttosto che ad una seria riflessione sugli esperimenti genetici e su quello che hanno provocato, ma soprattutto sul fatto che l'intera vita che Tris e Tobias hanno vissuto a Chicago era praticamente una bugia. E questo non sembra nemmeno scalfirli!

Nel complesso devo dire che la lettura è stata difficile da portare avanti, soprattutto perché per buona parte del tempo avrei voluto prendere a schiaffi i protagonisti. Il resto dei personaggi poi mi è apparso un un insieme confuso e di molti di loro non ricordavo praticamente nemmeno i nomi e ho fatto fatica ad associarli agli eventi precedenti.
Non vi spoilererò il finale, non oserei mai, ma sappiate che la Roth ha voluto utilizzare una chiusura ad effetto per impressionare i lettori, ma nemmeno il finale è riuscito ad emozionarmi come avrei voluto.
Questa saga era cominciata con il piede giusto e la Roth aveva un sacco di elementi da poter sfruttare per migliorare il secondo ed il terzo romanzo. Ne ha utilizzati molti, ma nessuno è stato sfruttato come si deve.

Il mio voto per questo romanzo è due riccetti!

14 commenti:

  1. Nuoooo Rosy y__y mi dispiace che non ti sia piaciuto!
    Sono d'accordo sul fatto che Allegiant è molto più lungo e "statico" rispetto ad Insurgent, ma mi è piaciuto comunque, con Quattro molto diverso da Divergent! :*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rosy O_O ehm non so da dove l'ho pescato... Annie! oggi sono particolarmente stordita ahhaa

      Elimina
    2. Io invece proprio non l'ho digerito invece :S E dire che Divergent mi era piaciuto un sacco!

      Ahahaha, don't worry, di lunedì può capitare xD

      Elimina
  2. Io ho letto questa serie la scorsa estate e in realtà mi era piaciuta abbastanza! Forse alcune parti annoiano un pò e in alcuni casi le reazioni di Tris mi sono sembrate un pò esagerate e forzate, ma nel complesso l'ho apprezzato. Certo, al finale avrei volentieri ucciso la Roth, perché i lettori non si tradiscono in questo modo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Invece secondo me il finale di Allegiant è l'ultimo dei problemi ^^ La Roth ha solo trovato un modo scioccate di concludere la serie perché la storia non si reggeva più su sé stessa ^^
      Per me questa serie è stata un lento declino ^^

      Elimina
  3. Più leggo recensioni, più mi convinco che ho fatto bene ad abbandonare la nave al primo volume u_u

    RispondiElimina
  4. Mi dispiace che non ti sia piaciuto :( a me nonostante alcuni contro è piaciuto, sarà che avevo ormai la storia nel cuore, non so.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando ho letto Divergent puntavo moltissimo su questa serie, poi purtroppo è stato un lento declino ^^

      Elimina
  5. Anch'io ho iniziato questa saga ma ancora non ho avuto l'opportunità di leggere questo volume. E dopo la tua recensione non credo lo leggerò presto! :)

    RispondiElimina
  6. Mi spiace che si sia rivelata una lettura così spiacevole! Effettivamente tutti i difetti che hai sottolineato ci sono (e quello che ho trovato peggiore è stato il fatto che Tris e Tobias avevano la stessa voce!) ma questo è stato il mio preferito di tutta la serie (ma a mia discolpa devo dire che quando l'ho iniziato avevo le aspettative non basse, di più, e l'ho letto solo perché volevo mettere una pietra sopra alla serie, magari anche un bel macigno pesante! Probabilmente il sollievo di sapere che era l'ultimo mi ha aiutata parecchio :P).

    RispondiElimina
  7. Mi dispiace che questa trilogia non ti sia piaciuta perchè si tratta proprio della mia saga preferita! Ho adorato Divergent ma ho adorato molto di più Insurgent. Credo che le problematiche che Quattro e Tris affrontano nel secondo libro siano una componente fondamentale per capire a pieno il loro rapporto.Insomma all'improvviso non si tratta più di una semplice e monotona storia d'amore fra due ragazzi (che magari è destinata a finire dopo qualche anno), ma di una storia in cui uno diventa la famiglia dell'altra (e viceversa). Nonostante i litigi e le incomprensioni Tris sa che Quattro sarà sempre al suo fianco, perchè è letteralmente l'unica persona a prendersi cura di lei, e a tenerla in vita. Trovo che i personaggi siano cresciuti tantissimo, soprattutto Tris, che ha dovuto affrontare molte difficoltà che qualche volta non è riuscita a superare ( i ripetuti tentativi di sacrificarsi per gli altri). Si ha poi una profonda critica verso la società, basta pensare al messaggio che Tris divulga alla fine del secondo libro: il mondo deve essere popolato da persone che non siano tutte uguali e la diversità non può essere condannata! Le persone hanno paura di ciò che è diverso perchè non può essere controllato ma non dovrebbe essere così. Sono molto dispiaciuta nel sentire e leggere che questa saga ha deluso molte persone perchè a mio parere questa contiene un messaggio fondamentale per la società di oggi che non può essere ignorato.

    RispondiElimina
  8. Ciao a tutti, grazie per questo blog e per la possibilità che offre di condividere le nostre opinioni letterarie.
    Per tutta la durata della lettura di Allegiant mi sono interrogata sul senso profondo di questa quasi "smania" di altruismo di Tris, rivolta verso tutti, sovrastrutture in primis, tranne verso Tobias che invece dice e mostra di amare più di tutti.
    Nella mia percezione la sua morte ha avuto più il sapore di una fuga che di un atto di eroismo. La morte non sempre è il maggiore dei sacrifici e lei ha lasciato sola proprio l'unica persona che davvero aveva un gran bisogno di lei. Scegliendo di morire lei, è come se avesse deciso per la via più facile, una via di oblio e sospirata pace che spegne per sempre i sensi di colpa e il dolore.
    Però così il fratello, verosimilmente, non si perdonerà mai e Tobias ha una vita spezzata a soli 18 anni.
    Tris sembra troppo orgogliosa per accettare dei doni gratuiti come quello dei suoi genitori o come quello che le propone la Pacifica nel momento della loro preghiera in Insurgent, dal quale lei scappa quasi terrorizzata, o come l'amore gratuito di Tobias che lei invece fa di tutto per continuare a meritarsi (sempre secondo una sua idea di merito che infatti lui le rinfaccia dicendo di non poter amare un'aspirante suicida).
    A me l'atto di Tris non è parso eroico, lei non mi dà l'idea di una persona forte ma piuttosto di una che ha il persistente terrore di vivere e sceglie continuamente di sottrarsi a questo compito senza tenere in considerazione le persone che contano su di lei e hanno bisogno di lei e alle quali fa delle promesse che non mantiene. Pensa solo a perseguire i suoi ideali senza confrontarsi con gli altri dando mostra di un grande individualismo e talvolta superbia che l'acceca. Alla fine lascia tutti spezzati e in braghe di tela a fare il lavoro più duro: cioè sistemare quel mondo distrutto dal caos, sfregiato dalle folli volontà dell'uno o dell'altro delinquente che volevano assoggettarlo.
    A Tris era stata donata una grande ricchezza dalla vita e ne aveva anche una interiore abbondante ma non l'ha sfruttata per servire gli altri (che è il vero eroismo) ma per l'incapacità di accettare i suoi limiti e di perdonare i suoi errori, ha preferito assecondare l'orgoglio senza accettare il fatto che nella vita non possiamo controllare tutto, non siamo davvero padroni del nostro destino fino in fondo, ma solo in parte.
    Secondo me la vera missione di quella ragazza straordinaria per intuito e forza di volontà era porre le fondamenta di un nuovo mondo, redigere nuove leggi capaci di accogliere al loro interno la totalità dei problemi e delle diversità di ognuno, restare e ridare speranza a chi l'aveva persa, dimenticandosi di sé, del suo dolore, dei suoi sensi di colpa, per curare quelli degli altri...Invece è morta: lei sta finalmente
    bene ma di tutti gli altri, che son rimasti abbandonati lì a combattere con la vita fino alla fine, che ne sarà?


    RispondiElimina