martedì 21 febbraio 2017

Recensione di "Non è stagione" ed "Era di Maggio" (Rocco Schiavone #3 e #4) - Antonio Manzini

Cari visitatori della Tana,
eccoci arrivati al momento recensione di questa settimana. Oggi vi parlerò non di uno ma di ben due romanzi, ormai letti qualche tempo fa ma dei quali non avevo ancora scritto una recensione. Si tratta del terzo e del quarto volume della serie del vicequestore Rocco Schiavone, Non è stagione ed Era di Maggio.

Entrambi i romanzi sono usciti nel 2015 per Sellerio ed il prezzo è di € 9,99 per l'ebook, mentre il cartaceo costa € 14.

C'è un'azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell'ispido poliziotto è segnato da una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un'indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c'è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l'area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell'umor nero, un'ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.

Gli agenti del commissariato di Aosta, che stanno imparando a convivere con la scorza spinosa che ricopre il suo cuore ferito, scherzano con la classifica delle rotture del loro capo, in cima alla quale c'è sempre il caso su cui sta indagando. Ma Rocco è prostrato per davvero. Una donna è morta al posto suo, la fidanzata di un amico di Roma, "seccata" da qualcuno che voleva colpire lui. E quando esce dalla depressione si butta sulle tracce di quell'assassino tra Roma ed Aosta, scavando dolorosamente nel proprio passato, alla ricerca del motivo della vendetta, un viaggio nel tempo che è come una ferita che si apre su una piaga che non ha ancora smesso di sanguinare. Però le rotture sono solo cominciate: un altro cadavere archiviato all'inizio come infarto. Un altro viaggio che si inoltra stavolta nel presente dorato della città degli insospettabili. In questo quarto romanzo, prosegue la serie dei polizieschi scabri, realistici e immersi nell'amara ironia di Rocco Schiavone. Ma in realtà, attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell'Italia d'oggi.

LA MIA OPINIONE
Ho letto questi volumi della serie sulla scia dei primi due. La penna di Antonio Manzini ed il suo protagonista sono riusciti a crearmi dipendenza, tanto che alla fine del quarto volume mi sono dovuta autoimporre di non ripescare il prequel (7.7.2007) ed i racconti dedicati a Rocco Schiavone. Insomma, per il momento io ed il vicequestore Schiavone ci siamo presi una pausa, ma certo non posso evitare di parlarvi di Non è stagione ed Era di Maggio.
Ho deciso di scrivere un'unica recensione per questi due romanzi prima di tutto perché li ho letti senza soluzione di continuità ed in secondo luogo perché i casi su cui Rocco si ritrova ad indagare sono collegati, uniti da una sorta di filo rosso che va da un romanzo all'altro.

Non è stagione è stato il primo romanzo di Antonio Manzini che ho "incontrato". Ricordo ancora la sua presentazione in un pomeriggio di Giugno inoltrato, a Palermo, due anni fa. Non sapevo assolutamente nulla dei suoi romanzi, né di Rocco Schiavone, ma dal modo in cui parlava del suo protagonista, in un dialogo con Santo Piazzese e Alessandro Robecchi (altri due autori della scuderia Sellerio - QUI trovate il video della presentazione) ) ne sono rimasta parecchio affascinata.
In questa terza avventura Rocco si ritrova ad affrontare un caso parecchio ingarbugliato, in cui si incastra il rapimento della giovanissima Chiara Berguet, lo schianto di un furgone con una targa falsa ed il racket, senza però dimenticare il peso enorme dei fantasmi del suo passato, che ancora una volta è chiamato ad affrontare. E proprio l'incontro con il suo passato, ancora una volta, scopre un vaso di Pandora, una serie di "rotture di decimo grado", come le definirebbe lui, che continua a dover affrontare in Era di Maggio, insieme ad una morte sospetta in un carcere.

Se c'è una costante nelle avventure di Rocco, è che il passato torna sempre a fargli visita. Anche se lontano da Roma, i suoi fantasmi lo inseguono ed in qualche modo lo perseguitano, perché ci sono delle cose che non possono essere lasciate in sospeso, anche se sono passati anni.
Una costante delle sue indagini, invece, ci porta sempre a scavare nell'animo umano, per capire i motivi che spingono le persone a commettere un crimine. E come Rocco, alla fine di ogni romanzo, anche noi ci sentiamo un po' colpevoli per quella parte di umanità che muove il male.
Munito delle inseparabili Clark's (anche se in mezzo alla neve ne ha consumate più di dieci paia) e del suo loden, che per il freddo di Aosta è come una giacchetta di cotone, in questi due romanzi Rocco deve scontrarsi con la Aosta bene ed una serie di personaggi che per mantenere il potere e le apparenze ricorrerebbero a qualsiasi mezzo. 

Con questi due volumi la serie dedicata al vicequestore più scorbutico dei gialli contemporanei, Antonio Manzini si conferma un autore dalla penna intelligente, che non cade mai nel banale e che se incontra lo stereotipo, lo gestisce in modo nuovo.
Appassionanti dalla prima all'ultima pagina, ho letto in brevissimo tempo entrambi i romanzi, in cui non mancano i colpi di scena e l'azione, ma ampio spazio è dedicato anche alla riflessione, ai ragionamenti, alle indagini.
Due avventure che sono anche due tasselli importanti per la vita privata di Rocco e che hanno contribuito a farmi amare ancora di più questo personaggio e la serie di cui è protagonista. 


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