Ormai sono arrivata a perdere il numero delle saghe che seguo. Troppe!
Prima o poi dovrò davvero farmi uno schemino per mettere ordine.
Intanto, questa sicuramente è una dell più importanti e più famose che seguo, del famosissimo autore Ken Follett.
Il primo volume della Century Trilogy, uscito nel 2010 ed edito da Mondadori, conta ben 999 pagine.
Questo mattoncino racconta la storia di cinque famiglie, in un periodo che va dal 1911 al 1920, concentrandosi in modo particolare negli anni della Grande Guerra e della Rivoluzione Russa.
La vicenda comincia in Inghilterra, il giorno dell'incoronazione di Giorgio V. Quello stesso giorno ad Aberowen, in Galles, Billy Williams comincia a lavorare in miniera. La famiglia Williams è una delle protagoniste del racconto: il capo famiglia, Dai Williams, lavora anche lui in Miniera ed è a capo della Union e si adopera costantemente per sostenere i lavoratori della miniera, che è di proprietà di una delle famiglie più ricche del panorama inglese, ma anche europeo, i Fitzherbert. Ma la famiglia Williams è legata ai Fitzherbert da un doppio filo: Ethel Williams, primogenita della famiglia, lavora infatti nella tenuta di campagna dei Fitzherbert come governante.
Il conte Fitzherbert, detto Fitz, è erede di un grande patrimonio e membro del Parlamento, ma nessuno lo considera all' altezza del padre. Ha sposato una principessa russa, ma nella loro relazione la passione e scomparsa da tempo.
La sorella di Fitz, Lady Maud , è una donna forte ed indipendente. È di idee liberali e si batte per i diritti delle donne. La sua vita si intreccia con quella di Walter von Ulrich, affascinante uomo tedesco che lavora per l'ambasciata del suo paese a Londra.
Altra famiglia protagonista del racconto è quella dei Dewar, americani. In particolar modo Gus Dewar, giovane avvocato ma al momento assistente del presidente Wilson, avrà un ruolo fondamentale durante la guerra nei rapporti con i tedeschi.
Infine, il fronte russo: due fratelli, Grigorj e Lev Peškov vivono in condizioni di estrema povertà nonostante lavorino come operai per una delle più importanti fabbriche di San Pietroburgo. Grigorj è il più grande dei due ed ha un enorme senso di responsabilità nei confronti del fratello, che ha cresciuto praticamente da solo, poiché i genitori sono stati uccisi entrambi in situazioni tragiche durante la loro infanzia, mente Lev è uno scapestrato, dedito al gioco d'azzardo e capace di cacciarsi sempre nei guai peggiori.
Grigorj sogna l'America e da anni risparmia per recarsi a Buffalo, dove una potente famiglia russa garantisce lavoro agli immigrati, ma proprio quando è sul punto di partire, Lev combina l'ennesimo guaio e per lui l'unica salvezza è nella fuga. Il fratello maggiore, troppo buono e generoso, gli cede biglietto e documenti, e Lev parte alla volta degli Stati Uniti.
Le vite di queste cinque famiglie si intrecciano nel corso della storia, soprattutto durante la guerra. Tutti i protagonisti, in un modo o nell'altro sono coinvolti nelle vicende belliche, ricoprendo ruoli diversi ma molto significativi.
Su questo libro ci sono molte cose da dire. Innanzitutto, per chi come me ha amato “I Pilastri della Terra”, c’è da dire prima di tutto che questo libro non è all’altezza. Infatti qui manca tutto quel sapore particolare dato dagli intrighi e dai personaggi (i “cattivi” soprattutto), del capolavoro del 1989. Inoltre qui la storia, quella vera, fa da protagonista, mentre ne “I Pilastri della Terra”, per quanto presente, fa solo da sfondo.
Ma attenzione, Follett non delude affatto. Ci troviamo davanti ad un romanzo innanzitutto scritto con immensa maestria, e soprattutto capace di raccontare la storia senza annoiare. Personalmente non sono mai stata un’amante di questo periodo storico, e in particolare degli eventi della Rivoluzione Russa, che al liceo ho studiato velocemente ma soprattutto male. Follett invece in questo libro è riuscito non solo a raccontare la storia di una guerra in modo per niente noioso, ma lo riesce a fare tramite i suoi protagonisti, il che rende il tutto decisamente più interessante.
La realtà della guerra, infatti, ci è raccontata dai personaggi che la vivono, quindi da un punto di vista assolutamente nuovo, soprattutto perché le vicende non riguardano una singola battaglia ma l’intera guerra. Inoltre l’alternarsi dei punti di vista fa sì che nonostante la lunghezza del libro la vicenda non cada mai nel monotono o nella piattezza.
Sono particolarmente ben descritte le scene che riguardano le battaglie (in particolar modo quella del massacro della Somme) ma in certi punti proprio i racconti di guerra cadono nell’eccessivo tanto che più di una volta mi sono ritrovata a saltare dei paragrafi in cui le descrizioni si dilungavano troppo, e questa è l’unica pecca che ho riscontrato.
I protagonisti del racconto, nella più grande tradizione dell’autore sono tuti costruiti con enorme precisione, e leggendo non ho potuto far a meno di affezionarmi ad alcuni di loro in particolare, come Ethel Williams, una donna che nonostante tutto quello che le succede riesce a rialzarsi, con dignità e grande forza.
E poi sicuramente c’è Maud Fitzherbert, un personaggio che ho amato dall’inizio alla fine soprattutto per la sua grande volontà.
Infine Billy Williams, che vediamo crescere nel corso del racconto e che diventa sempre più coraggioso, soprattutto nel portare avanti i suoi ideali.
Nel complesso, è un libro da 4 stelle (ovviamente parlo del modello aNobii di valutazione), e sono convintissima di leggere anche il secondo libro, edito sempre da Mondadori e uscito lo scorso Settembre, nel quale ritroviamo gli stessi protagonisti, in un’ambientazione che va dai primi anni Trenta fino al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Complessivamente un romanzo avvincente, una saga familiare sviluppata con grande maestria e soprattutto mai banale.
Alla prossima,
Anna.
Alla prossima,
Anna.
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