Seconda tappa della challenge "Un classico al mese", organizzato da Matteo del blog Storie dentro Storie.
Per questo mese ho scelto di leggere "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll.
Sicuramente lo conoscerete per la famosissima versione che ha realizzato la Disney, e devo confessare che fino ad ora non avevo letto questo libro proprio perchè quel cartone non è mai stato tra i miei preferiti.
E' un libro breve, solo 288 pagine. Io ho letto una versione che avevo acquistato un paio di anni fa con l'inserto di un giornale, ma in generale il prezzo non supera € 12,00.
È un pomeriggio caldo e assolato e Alice si annoia da morire. Sbircia sul libro della sorella, seduta accanto a lei sul prato, ma non c'è nemmeno una figura. E a cosa serve un libro senza figure? Quando crede ormai di soccombere alla noia, ecco che lo vede: un coniglio bianco, con tanto di panciotto e orologio da taschino, che corre come un matto al grido di "Sono in ritardo!". Alice non esita nemmeno un istante a rincorrerlo.
Prima di cominciare forse è meglio spiegare perchè non ho mai amato la storia di Alice quando ero piccola.
Non c'è nulla di complicato, semplicemente mi terrorizzava.
Lo so che la strega di Binacaneve o la matrigna di Cenerentola avrebbero dovuto preoccuparmi di più, ma credo ce quello che mi faceva paura fosse il fatto che non c'era niente di certo nella storia di Alice.
Animali parlanti e fiori canterini certamente non facevano per me.
Comunque sia, meglio passare al libro ed evitare la psicanalisi di una me bambina!
Alice sceglie di rincorrere il Coniglio e da lì piomba in un mondo dove di cose sensate ce ne sono poche.
Passa dal diventare gigante, rischiando di far annegare gli animali perchè le sue lacrime hanno formato uno stagno al vedere bambini che possono cambiare il loro aspetto, diventando maiali, feste di non-compleanno e animali parlanti.
E' un mondo dove tutto può succedere, dove tutto prende vita in un turbinio che sembra del tutto irrazionale.
Ecco, dopo aver letto circa metà del libro, quello che viene da pensare è che Carrol lo abbia scritto in preda alle allucinazioni.
In realtà non è affatto così. Il Paese delle Meraviglie è solo apparentemente lontano dal nostro mondo, in realtà tutto quello che Carroll scrive è poi una satira della società, ancora più tagliente perchè è il mondo che viene osservato da una bambina di sette anni.
In fondo il Paese delle Meraviglie è solo il mondo degli adulti, dove, esattamente come gli uomini, gli animali si muovono freneticamente cercando di realizzare qualcosa che poi non riesce a causa della troppa fretta, dove tutto appare e scompare velocemente e non c'è nulla di costante o coerente.
E un viaggio strano, e ci ho messo un po' per capire quale fosse la verità nascosta sotto un mondo così completamente fuori da ogni logica, per capire solo alla fine che è esattamente il nostro.
Un libro che merita assolutamente di essere letto.
Per questo mese ho scelto di leggere "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll.
Sicuramente lo conoscerete per la famosissima versione che ha realizzato la Disney, e devo confessare che fino ad ora non avevo letto questo libro proprio perchè quel cartone non è mai stato tra i miei preferiti.
E' un libro breve, solo 288 pagine. Io ho letto una versione che avevo acquistato un paio di anni fa con l'inserto di un giornale, ma in generale il prezzo non supera € 12,00.
È un pomeriggio caldo e assolato e Alice si annoia da morire. Sbircia sul libro della sorella, seduta accanto a lei sul prato, ma non c'è nemmeno una figura. E a cosa serve un libro senza figure? Quando crede ormai di soccombere alla noia, ecco che lo vede: un coniglio bianco, con tanto di panciotto e orologio da taschino, che corre come un matto al grido di "Sono in ritardo!". Alice non esita nemmeno un istante a rincorrerlo.
Prima di cominciare forse è meglio spiegare perchè non ho mai amato la storia di Alice quando ero piccola.
Non c'è nulla di complicato, semplicemente mi terrorizzava.
Lo so che la strega di Binacaneve o la matrigna di Cenerentola avrebbero dovuto preoccuparmi di più, ma credo ce quello che mi faceva paura fosse il fatto che non c'era niente di certo nella storia di Alice.
Animali parlanti e fiori canterini certamente non facevano per me.
Comunque sia, meglio passare al libro ed evitare la psicanalisi di una me bambina!
Alice sceglie di rincorrere il Coniglio e da lì piomba in un mondo dove di cose sensate ce ne sono poche.
Passa dal diventare gigante, rischiando di far annegare gli animali perchè le sue lacrime hanno formato uno stagno al vedere bambini che possono cambiare il loro aspetto, diventando maiali, feste di non-compleanno e animali parlanti.
E' un mondo dove tutto può succedere, dove tutto prende vita in un turbinio che sembra del tutto irrazionale.
Ecco, dopo aver letto circa metà del libro, quello che viene da pensare è che Carrol lo abbia scritto in preda alle allucinazioni.
In realtà non è affatto così. Il Paese delle Meraviglie è solo apparentemente lontano dal nostro mondo, in realtà tutto quello che Carroll scrive è poi una satira della società, ancora più tagliente perchè è il mondo che viene osservato da una bambina di sette anni.
In fondo il Paese delle Meraviglie è solo il mondo degli adulti, dove, esattamente come gli uomini, gli animali si muovono freneticamente cercando di realizzare qualcosa che poi non riesce a causa della troppa fretta, dove tutto appare e scompare velocemente e non c'è nulla di costante o coerente.
E un viaggio strano, e ci ho messo un po' per capire quale fosse la verità nascosta sotto un mondo così completamente fuori da ogni logica, per capire solo alla fine che è esattamente il nostro.
Un libro che merita assolutamente di essere letto.
Concordo in pieno con il tuo pensiero ^_^ Anche se, comunque, non è uno dei miei libri preferiti perché, essendo una maniaca dell'ordine, la storia mi fa girare la testa... c'è troppo caos!!! ;-)
RispondiEliminaE' vero, è una storia che si attorciglia su se stessa e che sembra debba collassare da un momento all'altro, ma proprio quando ti aspetti che tutto scoppi...finisce.
EliminaNon è nemmeno tra i miei preferiti, però merita assolutamente di essere letto.