venerdì 10 ottobre 2014

Roba da lettori #5: Cose che non sopporto in un romanzo, parte II.


Cari visitatori della Tana,
la scorsa settimana vi ho parlato, sempre per questa rubrica, di alcune cose che non sopporto nei romanzi. Vi avevo detto che mi sarei concentrata soltanto su alcuni elementi nel primo post onde evitare poemi, quindi oggi ho deciso di proporvi nuovamente questa rubrica per parlarvi di altri elementi, soprattutto relativi alla struttura, allo stile e alle ambientazioni, che proprio non sopporto in un romanzo.



I cattivi.
Nei romanzi, soprattutto nei fantasy o paranormal romance o distopici ci sono sempre dei cattivi. Il prblema è che in alcuni romanzi ci sono i cattivi giusto per il gusto di esserlo. Nessuna spiegazione, nessuna approfondimento, questi personaggi spruzzano semplicemente cattiveria da tutti i pori, fanno danni e ci manca solo che nel tempo libero se ne vadano in giro a rubare le caramelle ai bambini solo per fare un dispetto.
I personaggi, soprattutto i cattivi, secondo me hanno sempre bisogno di essere ben disegnati e ben approfonditi, perché sono dell'idea che nessuno fa qualcosa senza un motivo. E' così nella vita reale così dovrebbe essere nei libri.

Le ambientazioni eccessivamente vaghe.
Vi è mai capitato di leggere un romanzo ambientato in una determinata città ed avere la sensazione che il romanzo, in realtà, non abbia nessuna ambientazione solida alla base?
A me è capitato soprattutto con dei romanzi ambientati nella mia città o in quelli ambientati in città che ho visitato e conosco più o meno bene. Ci sono degli autori che non considerano affatto l'ambientazione, mentre io lo reputo un elemento fondamentale per un buon romanzo. Ogni città ha i suoi colori, i suoi suoni, e se viene citata nel romanzo soltanto per poi sparire, che senso ha? E come se i personaggi se ne andassero in giro in un grande, immenso vuoto.
Invece mi fa piacere ritrovare le descrizioni dei luoghi, i nomi delle vie, i musei. Insomma, mi piace il fatto che un'autore curi bene la sua ambientazione e riesca a farla percepire al lettore, soprattutto quando si tratta di ambientazioni reali.

I libri ambientati in Italia con personaggi che hanno nomi inglesi o stranieri.
Non che sia impossibile che esistano dei ragazzi italiani con nomi particolari, soprattutto se hanno un background personale e familiare che lo spiega, ma quando ci sono romanzi ambientati nella provincia italiana, paeselli di poco più di mille anime in cui i personaggi si chiamano Cynthia, Kevin, Dimitri, Dolores e compagnia sonante, beh, mi sembra poco credibile. Se un romanzo ambientato nella realtà non è credibile a partire dai suoi personaggi, allora credo proprio ci sia un difetto alla base.

Le descrizioni eccessivamente dettagliate.
Non fraintendetemi, a me piacciono le descrizioni. Mi piace rendermi conto di come siano fisicamente i personaggi, qualche dettaglio sul loro abbigliamento magari, e alla stessa maniera mi piace sapere come sono strutturati i luoghi in cui il romanzo si svolge.
Tuttavia mi capita spesso di imbattermi in dei romanzi in cui gli autori non sanno gestire le descrizioni ed interrompono la narrazione apposta per descrivere un personaggio o un luogo, anche nel bel mezzo di una scena, facendo sì che il lettore perda il filo e debba rileggere da capo. Inoltre tali descrizioni capita spesso che siano eccessivamente dettagliate.
Ad esempio, quando l'autore indica l'altezza di una persona con eccessiva precisione, "Tizio era alto un metro e ottantasei". Un'indicazione così precisa è poco credibile, soprattutto quando abbiamo la narrazione in prima persona!

L'info-dump.
La mia reazione all'info-dump
Ossia quelle spiegazioni assurde che interrompono la narrazione e anche qui, fanno perdere il filo al lettore.
Capita infatti che un autore menzioni qualcosa come un personaggio, un luogo, uno sport, un gioco ed interrompa una scena per spiegare il suo riferimento.
Mi è capitato, ed esempio, di leggere un romanzo in cui i personaggi cominciavano a giocare a golf, e l'autore aveva interrotto una scena intera per spiegare le origini di quel gioco e le regole. O ancora, un altro che aveva ambientato il suo romanzo in Pennsylvania e per più di una pagina si era soffermato a descrivere il territorio con tanto di dettagli sui boschi e sui laghi, ma anche sui confini e le tradizioni. Se leggo un romanzo voglio leggere una storia, non una ricerca di geografia o sullo sport copiata da Wikipedia!


Il linguaggio eccessivamente scurrile.
Il linguaggio scurrile non mi piace, né nella vita reale né tanto meno nei libri.
Non che non possa capitare di imprecare alle persone, ma ci sono degli autori che veramente esagerano con alcuni dei loro personaggi.
Il fatto che in una frase di dieci parole un personaggio riesca a mettere cinque parolacce non lo rende più bad boy o bad girl, secondo me lo rende soltanto più sgradevole per il lettore.
E poi, se proprio un bad boy ci deve essere, preferisco che lo sia nei fatti e non a (brutte) parole.


Periodi intricati, milioni di virgole e un centinaio di congiuntivi e condizionali.
In pratica, uno stile troppo artificioso e costruito.
I periodi troppo complicati, con troppe proposizioni dipendenti, mi confondono. Perdo quasi sempre il filo della narrazione e preferisco di gran lunga i periodi più semplici. Meglio qualche periodo in più piuttosto che uno lungo dodici righe, che mi ricorda tanto le versioni di Cicerone che traducevo al liceo - e che mi mettono paura, di conseguenza.

Le traduzioni poco accurate.
Mi è capitato spesso, soprattutto nei romanzi tradotti dall'inglese, di incontrare alcuni passi di romanzi tradotte in maniera improponibile.
L'inglese ormai è una lingua talmente diffusa che questi problemi non dovrebbero nemmeno sussistere, eppure spesso mi capita ancora di leggere delle traduzioni poco curate.
L'ultimo esempio, proprio in un romanzo che sto leggendo in questo periodo, per quanto riguarda l'Homecoming in una scuola.
Chiunque abbia avuto a che fare con dei romanzi di autori americani che trattando di teenager o anche semplicemente con dei telefilm sa che l'Homecoming è un ballo scolastico che si tiene all'inizio della stagione sportiva. Ebbene, in questo libro una ragazza era indicata come la reginetta DI Homecoming, come se si trattasse di un luogo. 
Mi dispiace, ma proprio non ce la faccio a sopportare queste cose!

Ma se proprio c'è una cosa che non sopporto nei romanzi e che mi fa venire l'orticaria peggio di tutti gli elementi che ho elencato fino ad ora, sono gli errori grammaticali e sintattici.
Io non mi reputo un'esperta di lingua italiana e non sono un'editor né una scrittrice, ma un po' d'italiano lo conosco e caspiterina, mi aspetto che gli scrittori per definirsi tali lo conoscano anche loro, così come i loro editor.
No, decisamente non sopporto gli strafalcioni grammaticali!
Purtroppo gli errori grammaticali proliferano spesso nei romanzi, di qualsiasi genere si tratti. I verbi sono coniugati in modi assurdi, non esiste consecutio temporum, le virgole cadono come se sparate da un impianto a pioggia.
La storia, bella per quanto mai, perde moltissimo, soprattutto se questi errori si ripetono e non si tratta di una semplice svista.
Mi capita di perdonare spesso qualche errore agli autori emergenti autopubblicati, ma quando un romanzo è curato da un editore credo ce l'attenzione a questi elementi sia fondamentale! 


E anche oggi, con il gentile supporto di Tina e Trash Italiano, a cui vi rimando per le GIF, è tutto!
Ovviamente attendo i vostri pareri anche stavolta. Cos'è che non sopportate in un romanzo? 

13 commenti:

  1. Tina è una rappresentante perfetta delle nostre reazioni e io adoro questi post :3
    Credo che gli errori sintattici e grammaticali siano una delle cose più sgradevoli in cui imbattersi nella lettura: è vero, può capitare la svista, ma è facile rendersi conto quando si tratta di incuria. Purtroppo le traduzioni nostrane sono piene anche di questi errori.
    Ho notato che il linguaggio scurrile caratterizza alcuni generi, ma sinceramente non lo trovo necessario e mi infastidisce talmente tanto che spesso abbandono la lettura.
    Sono d'accordo con te per le descrizioni delle città (non solo italiane) e per i nomi dei personaggi: spesso è volentieri non sono credibili. Inoltre, anch'io ho notato la ricorrenza dell'info-dump o delle descrizioni dettagliate nel modo "sbagliato" (es. Alzò il braccio e posò la mano sulla maniglia. Esercitando una leggera pressione, la abbassò e tirò verso sé per aprire la porta).
    Non mi soffermo anche sui cattivi, ma sai già che sottoscrivo ogni punto.

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    1. Oh, ti ringrazio tesoro :3
      Tina ormai è la patrona ufficiale della rubrica, ho deciso!
      L'incuria nella grammatica mi urta il sistema nervoso come poche altre cose al mondo. Se sei un autore, un traduttore o un editor non puoi non conoscere l'italiano!
      Il linguaggio scurrile, assolutamente no! Poi soprattutto quando è costante e grossolano...uff, mi rovina la lettura!
      Vedo che ci troviamo d'accordo su molte cose. Quanto è dura la vita di noi lettrici?

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  2. Ciao Annie, ma quanto mi è piaciuto questa rubrica ^-^ Sono d'accordissimo con te per le traduzioni, mi fanno arrabbiare tanto, soprattutto quando riesco a capire qual' era la frase originale, e poi andiamo, la globalizzazione ci ha reso familiare cose come homecoming, prom, baby shower e simili, non è difficile da tradurre o da lasciare in originale u.u
    L'info dump direi che dipende da come è gestito, se non prende 10 pagine e si inserisce bene nel contesto non mi dispiace.

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    1. L'incuria nelle traduzioni è una cosa terrificante e concordo sul fatto che ormai siamo talmente familiari con l'inglese e la cultura inglese e americana che non dovremmo avere alcun problema!
      L'info dump per me è una tortura. Quando le spiegazioni superano le cinque-sei righe mi sembra di leggere una biografia e mi saltano i nervi!

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  3. Come ti capisco: COME.
    Traduzioni: ahimè ho notato anch'io questi problemi ... Credo che sia un insieme di problemi tra crisi e richiesta del mercato. Crisi perché non si assumono nuovi traduttori e si continuano ad usare vecchie traduzioni obsolete, soprattutto per i classici, o non si assumono le figure adette al perfezionamento delle traduzioni, come adattatori e correttori di bozze, rimane tutto sulle spalle di un unico traduttore e un check veloce che non riesce a colmare tutti i refusi che inevitabilmente ci sono un testo. E questo unito alla richiesta del mercato: più veloce fai uscire, più vendi, più ricavi. Una traduzione buona per un romanzo sulle 500 pagine si aggira intorno ai 3 o 4 mesi se non di più, dipende dalla lingua di origine e da quante persone ci lavorano: si passa da un prima traduzione, seguita da un periodo variabile di "congelamento", una ripresa successiva a mente fresca per una "seconda" traduzione e alla fine un check completo, che passa dal correttore di bozze all'adattore. Ma quanti fanno questi passaggi? Credo ben pochi e i risultati si vedono ;____________; O almeno, questo è quello che penso ;_;
    I cattivi: I FEEL YOU. Quanto ODIO quanto antagonisti e spesso anche tutti i personaggi "secondari" vengono lasciati un po' allo sbaraglio senza essere approfonditi ;AAAAAA; Ora, io sono una fanatica dei pov alternati e comprendo che gestire un numero elevato di pov è molto difficile, ma almeno, dico, ALMENO agli antagonisti o ai co-protagonisti un pov si potrebbe anche dare, eh? Altrimenti rimane tutto troppo piatto, troppo focalizzato e la storia ne perde, soprattutto se è un action ;___;
    I nomi: la mia reazione al Diario del Vampiro può dire tutto al riguardo. Volevo lanciare in faccia all Smith uno dei volumoni di storia medievale italiana.
    Per ambientazioni, descrizioni e info-dump dipende sempre dall'autore per me: c'è chi è bravo e chi no. Ma tendenzialmente preferisco il Nowhere ad una città esistente ma descritta malissimo ;v;
    Per il linguaggio non mi pronuncio: basta sentirmi parlare 8D E anche lì secondo me dipende tutto dal contesto e dallo stile. Di certo un principe non parla come uno scaricatore di porto ... ma anche uno scaricatore di porto non può parlare come un principe, ecco X°

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    1. Assolutamente, concordo sul fatto che le case editrici non investono più sulle traduzioni come sarebbe giusto, e spesso questo è causa di veri orrori! Anche i grandi editori ormai stanno abbassando notevolmente la qualità delle loro traduzioni e credo che per i lettori questa sia una cosa terribile, dato che ci troviamo spesso davanti a testi la cui grammatica è inesistente.
      Per quanto riguarda i cattivi, beh, i personaggi campati in aria già non mi piacciono in generale, ma quando si tratta dei cattivi il mio sistema nervoso è messo parecchio alla prova. Io i personaggi voglio capirli!
      Le città descritte male sono un'altra spina nel fianco, soprattutto quando gli autori non sono mai stati nella città in questione e pretendono di poterla descrivere in maniera precisa ed interessante. Nella maggior parte dei casi purtroppo non ci riescono!

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  4. Ciao nuova iscritta. . Allora io nei libri come nei film la cosa che odio di più è il finale non finale ...nel. senso non mi piace che le cose siano scritte a metà e che quindi io non sappia io finale.. oppure quei film che non si capisce come finisce ancora più odioso :-(

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  5. Tina the best! xD
    Annie, ti prego, tieni aperta la possibilità di fare anche una parte terza xD

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    1. Giuro che se mi dovesse capitare di trovare qualche altra cosa che mi da particolarmente fastidio, la farò!
      Tina è immancabile, ormai è la mascotte di questa rubrica!

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  6. Sono d'accordo con tutti i punti! Gli ultimi magari sono un po' "scontati", nel senso che cose come gli errori grammaticali non dovrebbero proprio esistere in un romanzo (eppure, ahimè, a volte ci sono), mentre per me i primi tre non sono poi così scontati, eppure sono importantissimi! La credibilità serve sempre, persino in un fantasy xD

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  7. Oh mi piace questo post, mi piace davvero tanto!!!! *__*
    In maniera minore o maggiore concordo su tutti i punti, soprattutto sugli ultimi due ;)

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  8. ahah le espressioni di Tina mi fanno morire...comunque ho trovato questo post interessantissimo, sono tutte cose che diminuiscono tantissimo il piacere della lettura. Odio, davvero odio, le descrizioni troppo lunghe e gli info-dump -.-

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