Cari visitatori della Tana,
benvenuti all'appuntamento con la recensione della settimana!
Oggi vi parlo della mia ultimissima lettura, Non è la fine del mondo di Alessia Gazzola.
Come ormai saprete se mi seguite da qualche tempo, Alessia Gazzola è una delle mia autrici preferite e quando esce un suo libro, io proprio non so resistere: devo interrompere tutte le letture in corso e dedicarmi al suo romanzo. Ecco, è successo anche con Non è la fine del mondo, che ho divorato in due sere.
Il romanzo è uscito per Feltrinelli lo scorso 26 Maggio e conta 219 pagine. Il prezzo è di € 9,99 per l'ebook e di € 15 per il cartaceo.
TRAMA
Emma De Tessent. Eterna stagista, trentenne, carina, di buona famiglia, brillante negli studi, salda nei valori (quasi sempre).
Residenza: Roma. Per il momento – ma solo per il momento – insieme alla madre, rea di aver chiamato le figlie (Emma e Arabella) come le protagoniste di un romanzo Regency nella convinzione che avere nomi romantici sarebbe stato un punto di forza per loro (per essere sfottute, senz’altro).
Cosa non le piace: il chiasso. Le diete. La mondanità. Il rumore dell’aspirapolvere. La maleducazione.
La sua idea di felicità: bufera con folate di vento ululanti. Una candela, un divano e un plaid. Un romanzo rosa un po’ spinto, rigorosamente ambientato in epoca Regency. Un pacco di biscotti – vanno tutti bene, purché basti guardarli per dichiarare guerra alle coronarie.
Sogni proibiti: il villino con il glicine dove si rifugia sempre quando si sente giù. Un uomo che non può (non deve!) avere. Un contratto a tempo indeterminato.
A salvarla dallo stereotipo della zitella, solo l’allergia ai gatti.
Il giorno in cui la società di produzione cinematografica per cui lavora non le rinnova il contratto, Emma si sente davvero come una delle eroine romantiche dei suoi romanzi: sola, a lottare contro la sorte avversa e la fine del mondo.
Avvilita e depressa, dopo molti colloqui fallimentari trova rifugio in un negozio di vestiti per bambini, dove finisce per essere presa come assistente. E così tutto cambia.
Ma proprio quando si convince che la tempesta si sia allontanata, il passato torna a bussare alla sua porta: il mondo del cinema rivuole lei, la tenace stagista.
Deve tornare a inseguire il suo sogno oppure restare dov’è, in quel piccolo paradiso di tulle e colori pastello? E perché il famoso scrittore che aveva a lungo cercato di convincere a cederle i diritti di trasposizione cinematografica per il suo romanzo si è infine deciso a farlo? E cosa vuole da lei quell’affascinante produttore che per qualche ragione continua a ronzare intorno al negozio dove lavora?
LA MIA OPINIONE
Emma ha appena compiuto trent'anni e dopo essere stata per anni una tenace stagista, è pronta alla svolta: essere finalmente assunta dalla Fairmont, la compagnia di produzione cinematogafica per la quale ha sgobbato per appena novecento euro al mese, con un contratto a tempo indeterminato.
Ma contrariamente ad ogni previsione, la Fairmont decide di non assumerla. Nessuna nuova prospettiva per lei, solo tanto rancore nei confronti del suo capo, Manzelli, che con la scusa della crisi ha fatto fuori lei per assumere la sua raccomandatissima collega stagista, Maria Giulia.
È così che per Emma comincia un periodo di stallo, in cui non fa altro che spedire il suo curriculum e raccattare colloqui. Proprio quando sente di aver avuto un colpo di fortuna ed aver ottenuto, tramite alcune conoscenze, un colloquio alla Waldau, Emma incrocia sul suo cammino lui, il Produttore. Pietro Scalzi sarà anche affascinante, ma ha un caratteraccio e ci mette poco a liquidare Emma con la scusa della raccomandazione.
Avvilita dall'accaduto, la tenace stagista sembra proprio voler mettere una pietra sopra al suo lavoro nel mondo della produzione cinematografica. Quasi come se il destino volesse darle una mano, incrocia sulla sua strada il negozio della signora Vittoria, una simpatica donna sulla settantina che cuce abiti artigianali per bambini.
Circondata dalla bellezza di quel mondo fatto di tessuti morbidi, volant e merletti, che sembra isolare quel piccolo paradiso dalle brutture del mondo, Emma accetta un lavoro come apprendista sarta.
E lei ancora non lo sa, ma è proprio questo il punto di svolta nella sua vita e non solo dal punto di vista professionale.
Non è la fine del mondo, come vi dicevo, l'ho divorato in due sere. Sono molto affezionata ai romanzi di Alessia Gazzola, ma ancor di più sono affezionata al modo in cui questa autrice racconta le sue storie ed i suoi personaggi.
Io ho quasi sempre problemi ad entrare in sintonia con i personaggi femminili dei romanzi che leggo, ma prima con Alice e adesso con Emma, questa difficoltà scompare quando a costruirli è Alessia Gazzola.
Emma è una provetta eroina dei romanzi regency riportata ai giorni nostri (ed il nome direi che è già molto indicativo!). Tenace, intelligente e soprattutto auto ironica, Emma ha un requisito essenziale: non si arrende mai davanti alle difficoltà ed è decisa a salvarsi da sola, quando ne ha bisogno.
Ma della tenace stagista non conosciamo soltanto le avventure e disavventure professionali, ma per tutto il corso del romanzo ci immergiamo a pieno anche nella sua vita personale: Emma si è lasciata alle spalle una storia d'amore logorante nella quale si era ritrovata ad essere l'amante di Carlo. Adesso che è da sola, ha tutto il tempo per dedicarsi alle Nipoti, che riempiono il suo tempo libero e la rendono una zia felice.
Nel corso della storia conosciamo quindi anche il lato più tenero, sognatore e legato alla famiglia di Emma.
È proprio la combinazione di tutti questi elementi a rendere Emma un personaggio interessante, intenso, vivido e soprattutto realistico.
Le vicissitudini di Emma sono accompagnate dai consigli preziosi di un personaggio in particolare, Tameyoshi Tessai, un autore a cui Emma è legata a doppio filo: non solo ama profondamente i suoi romanzi e per un periodo ha trattato la cessione dei diritti per quello che considera il capolavoro di questo autore, ma è anche l'autore preferito del padre, che è scomparso da diversi anni lasciando un vuoto incolmabile. Il loro rapporto non è soltanto professionale, perché Emma ha una profonda stima di Tessai anche a livello personale. Quando si vedono per pranzare o cenare insieme, con il pretesto di discutere dei diritti del romanzo, finiscono per parlare sempre delle loro vite, delle loro passioni e i loro dialoghi sono meravigliosi.
Allo stesso modo ho amato i battibecchi tra Emma ed il Produttore. È proprio in questi dialoghi che tutta la tenacia di Emma emerge a pieno, ed il loro continuo stuzzicarsi da quel fattore che rende ancor più godibile questo romanzo.
Ed io, che da questo libro mi aspettavo una storia d'amore, beh, non l'ho esattamente trovata. Non che l'elemento romantico non ci sia, ma è sicuramente secondario rispetto alla vicenda principale. Non è la fine del mondo è infatti in primis la storia di Emma, che nonostante gli alti e bassi della sua vita professionale non rinuncia ad inseguire il lavoro dei suoi sogni (ed in questo senso sono provvidenziali i consigli saggi della signora Vittoria e di Tessai) e che riesce a realizzarsi prima di tutto personalmente e con le sue sole forze. L'aspetto romantico è più marginale e quando ho girato l'ultima pagina per un attimo mi sono sentita sconfortata dal non aver trovato l'happy ending. Ma poi ho realizzato che l'happy ending in realtà c'era, solo che non era come me lo ero aspettato.
Non è la fine del mondo è la storia moderna un'eroina romantica che per molti aspetti intimi è simile proprio alle eroine austeniane, ma dall'altro è una ragazza dei giorni nostri che lotta con le sue sole forze per raggiungere l'emancipazione personale e professionale.
Un romanzo che mi ha fatto sorridere e riflettere, che riesce a trattare molteplici temi, facendoci conoscere la protagonista ed il suo rapportarsi alle cose della vita a trecentosessanta gradi.
Con il suo stile scorrevole, dinamico, pieno di umorismo quando serve, ma anche lieve e posato insieme quando si toccano argomenti importanti, Alessia Gazzola mi ha regalato un'altra ottima lettura.
Il mio voto per questo romanzo è di quattro riccetti!
Concordo con te. Comunque le storie d'amore sono sopravvalutate non trovi? Meglio le storie delle tenaci stagiste! ;-)
RispondiEliminaLea
P.S. Una villetta con il glicine attende ognuna di noi.
E' vero, le storie d'amore credo proprio siano sopravvalutate, mentre di storie tenaci stagiste se ne vedono poche in giro!
EliminaE magari ci fosse davvero un villino con i glicini per tutte noi, da qualche parte <3
Come forse sai, grazie al tuo consiglio, dallo scorso anno la Gazzola ha ottenuto la mia attenzione (prima era l'autrice che piace alla mamma). Così da un po' di tempo L'allieva cerca di essere la mia prossima lettura. Da quando è uscito, questo romanzo mi fa l'occhiolino: sarà la copertina o il classico riflesso "piace-a-Annie-può-piacere-anche-a-me". In ogni caso la tua recensione mi ha incuriosito, anche perché non avevo ancora letto nemmeno la trama 0=)
RispondiEliminaOra sono più curiosa che mai :3
Sono felice che pensi che se un libro può piacere a me, allora può piacere anche a te *^*
EliminaCome sai amo molto questa autrice e aspetto che tu legga qualcosa di suo per conoscere finalmente il tuo parere sui suoi romanzi! Il fatto che tu sia curiosa è già un bell'inizio :)