giovedì 17 novembre 2016

Aspettando "Il labirinto degli spiriti" #1: "Il gioco dell'angelo"



Cari visitatori della Tana,
vi do il benvenuto al primo post speciale che ho deciso di pubblicare nell'attesa di Il labirinto degli spiriti, quarto ed ultimo romanzo della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati di Carlos Ruiz Zafòn.
Avendo letto i romanzi di questa serie prima dell'apertura del blog non ho avuto molte occasioni per parlarvene, quindi questa mi sembra proprio l'occasione perfetta per riprendere la serie e dirvi un po' cosa penso di questi romanzi - che, per inciso, amo moltissimo.

Ho deciso di iniziare questa serie di post parlandovi de Il gioco dell'angelo, che pur non essendo il primo libro pubblicato della serie (è stato infatti scritto e pubblicato solo dopo L'ombra del vento), è il primo in ordine temporale.

Il gioco dell'angelo è stato pubblicato in Italia nel 2008 (così come in Spagna) da Mondadori. Nell'edizione Oscar il prezzo del cartaceo è di € 12,50, mentre l'ebook costa € 6,99.

TRAMA
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno: diventare uno scrittore. E quando riesce a pubblicare un racconto, il successo arriva. Ma da quel momento la sua vita comincerà per la prima volta a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona sconosciuta e inquietante. Quando David si deciderà infine ad accettare l'offerta, fattagli da un misterioso editore, di scrivere un'opera tanto immane quanto rivoluzionaria, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria...

LA MIA OPINIONE
Oltre a segnare l'inizio della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati, almeno in linea temporale, Il gioco dell'angelo ha segnato anche il mio primo incontro con Zafòn. Ricordo ancora il giorno in cui ho comprato questo libro, che mi era stato suggerito da una mia compagna di classe del liceo, che non ho mai ringraziato abbastanza per il consiglio.
La libreria in cui ho comprato il romanzo non esiste più oggi, ma sono sicura che la commessa che me lo ha venduto ricorda ancora la bizzarra scena di me, bagnata come un pulcino e senza occhiali - si erano appena rotti - che me ne vado in giro per il negozio alla ricerca disperata di questo libro.

Devo ammettere che se oggi sono così innamorata di questa serie di romanzi, però, non è alla prima lettura de Il gioco dell'angelo che lo devo. Quando ho letto questo romanzo per la prima volta, infatti, l'ho trovato complesso e non ne avevo compreso molti aspetti. 
I miei dubbi si sono dissipati soltanto dopo la lettura de L'ombra del vento ed una rilettura accurata e con uno spirito diverso.
Entrare nel mondo creato da Zafòn non è semplice. Ancora adesso, dopo tanti anni, sono sempre convinta che i suoi romanzi siano fatti per un'immersione graduale e che i non si possano leggere d'un fiato, altrimenti si perderebbero molti e bellissimi dettagli delle sue opere. 

Con David Martin, protagonista de Il gioco dell'angelo, per la prima volta sono entrata nel Cimitero dei Libri Dimenticati e ho conosciuto la sua funzione. Nascosto nella pancia della città di Barcellona, il Cimitero è un luogo in cui perdere, ritrovare e salvare i libri. 
David si muove in una Barcellona che negli anni Venti sembra cupa e gotica più che mai, in un'avventura in cui distinguere realtà ed immaginazione è piuttosto difficile.
Aspirante scrittore, David ha sempre vissuto sognando di diventare come qualcuno dei suoi autori preferiti. Scrivere è ciò che sa fare meglio e ciò che è determinato a fare nella vita. 
Ho indubbiamente apprezzato questo protagonista, anche se ci sono stati momenti in cui non ho condiviso le sue scelte, ma ho apprezzato molto di più l'avventura che l'autore gli ha riservato.

Zafòn sa intrecciare le trame in maniera magistrale e costruire storie in cui, anche se gradualmente, ci si immerge completamente e poi, forse, è difficile uscire.
Anche se spesso sfrutta dinamiche simili (cosa che accade, ad esempio, anche nei romanzi della Trilogia della Nebbia), questo autore sa muovere i personaggi e le loro storyline in un modo che è impossibile non apprezzare, il tutto coronato da atmosfere gotiche ma allo stesso tempo bellissime.

Fra i tre romanzi editi di questa serie, Il gioco dell'angelo è quello che ancora oggi, dopo tante riletture, è riuscito a spiazzarmi di più e a lasciarmi una malinconia che è difficile descrivere a parole. 
Ammaliante ed emozionante, complesso e particolare, questo romanzo non posso che descriverlo come il lento cadere del lettore verso un finale che è allo stesso tempo inaspettato ma atteso, come un puzzle che si ricompone all'improvviso, leggendo le ultime pagine del libro.


Per oggi è tutto, lettori cari.
In questi giorni mi occuperò anche dei romanzi successivi della serie. Spero che anche voi in questi giorni abbiate deciso di rileggerli in attesa dell'ultimo capitolo di questa serie. In questo caso, credo sia proprio questa l'occasione migliore per tornare a parlarne insieme.

Per oggi vi saluto e come sempre, vi aspetto qui alla prossima. 

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