lunedì 18 settembre 2017

Recensione di "The Winner's Curse - La maledizione" (The Winner's Curse #1) - Marie Rutkoski

Cari visitatori della Tana,
oggi torno a recensirvi una delle mie ultime letture. 
Si tratta di The Winner's Curse - La maledizione, primo di una trilogia omonima nata dalla penna di Marie Rutkoski già molto nota oltreoceano.

Il romanzo è uscito per Leggereditore lo scorso 27 Luglio e conta 246 pagine. Il prezzo è di € 14,90 per il cartaceo, mentre l'ebook costa € 4,99. Potete acquistarlo su Amazon cliccando su questo link.

TRAMA
In quanto figlia di un potente generale di un vasto impero che riduce in schiavitù i popoli conquistati, la diciassettenne Kestrel ha sempre goduto di una vita privilegiata. Ma adesso si trova davanti a una scelta difficile: arruolarsi nell'esercito oppure sposarsi. La ragazza, però, ha ben altre intenzioni... Nel giovane Arin, uno schiavo in vendita all'asta, Kestrel ha trovato uno spirito gentile e a lei affine. Gli occhi di lui, che sembrano sfidare tutto e tutti, l'hanno spinta a seguire il proprio istinto e a comprarlo senza pensare alle possibili conseguenze. E così, inaspettatamente, Kestrel si ritrova a dover nascondere l'amore che inizia a sentire per Arin, un sentimento che si intensifica giorno dopo giorno. Ma la ragazza non sa che anche il giovane schiavo nasconde un segreto e che per stare insieme i due amanti dovranno accettare di tradire la loro gente o altrimenti tradire sé stessi per rimanere fedeli al proprio popolo. Kestrel imparerà velocemente che il prezzo da pagare per l'uomo che ama è molto più alto di quello che avrebbe mai potuto immaginare...

LA MIA OPINIONE

Kestrel ha diciassette anni e ha sempre vissuto circondata di ricchezza è privilegi. È una valoriana, figlia di un generale che ha il merito di aver conquistato e sottomesso il popolo degli herrani, ormai ridotti in schiavitù.
Adesso davanti a lei si pone una scelta: sposarsi o arruolarsi nell'esercito. Ma Kestrel non fa altro che rimandare la sua scelta, sperando che il giorno in cui debba decidere sia il più lontano possibile...
Un giorno, per caso, si ritrova ad un'asta di schiavi e senza pensarci troppo, partecipa per acquistare Arin, un giovane che ha attirato la sua attenzione, anche se per una cifra spropositata rispetto al suo valore. 
Kestrel ha visto qualcosa in Arin, ha scorto una scintilla nei suoi occhi che l'ha fatta agire d'impulso, ma di certo questo non la fa pentire del suo acquisto.
Arin ben presto sconvolge la vita piena di sicurezze di Kestrel, che si innamora di lui contro ogni regola che le è stata imposta. 
Ma lo schiavo nasconde un segreto che coinvolge non solo la sorte del suo popolo, ma anche quella dei valoriani, e che potrebbe cambiare il mondo che Kestrel ha sempre conosciuto.

Ero molto curiosa di leggere questo romanzo, perché ne ho sentito sempre parlare benissimo sia sui blog americani che dai blogger italiani che lo avevano letto in lingua originale. 
Ad incuriosirmi, prima di tutto, era l'ambientazione, che per me è in assoluto l'aspetto più positivo di questo romanzo.
Prendendo spunto dalla storia romana, Marie Rutkoski ha costruito un mondo in cui i valoriani si sono appropriati di tutto: la loro forza militare ha costretto gli herrani a cedere i loro territori e a sottomettersi, divenendo schiavi. 
Le differenze tra i due popoli sono immediatamente percepibili: mentre la società valoriana è basata sulla forza del suo esercito e la solidità della famiglia, gli herrani erano un popolo pacifico, culla di una cultura immensa - e che per questo ricordano molto i greci.
Sicuramente un altro punto positivo di questo romanzo è costituito dai due protagonisti, Kestrel e Arin, che sono ben disegnati e abbastanza approfonditi.
Quella che non ho molto apprezzato invece è stata la dinamica del rapporto tra questi due personaggi, che non è né uno slow burn, né un insta-love. Semplicemente, da un momento all'altro, succede che si innamorino, senza particolare tensione. Questo aspetto del romanzo poteva essere curato meglio, o quanto meno approfondito il giusto.
Altro problemino che ogni tanto mi ha fatto storcere il naso è legato alla tensione narrativa. Questo romanzo scorre bene in alcuni punti, molto meno bene in altri, dove un po' si arena quando invece ci sarebbe bisogno di più azione.

Nel complesso questo romanzo non è stato una lettura negativa, perché mi sono piaciute atmosfera e ambientazione in modo particolare, ma dall'altra parte ci sono alcuni aspetti che non ho apprezzato.
Resto in dubbio sul fatto di leggere il secondo volume. Spero comunque che la saga venga pubblicata per intero qui in Italia!


Il mio voto per questo romanzo è di tre riccetti!

6 commenti:

  1. L'ho letto in lingua l'anno scorso ed ero davvero curiosa, soprattutto per le recensioni positive. Ma, ahimé, non mi ha preso come avrei voluto. Purtroppo non sono mai entrata in sintonia con i personaggi, soprattutto Kestrel, e come hai detto anche tu in molti punti la narrazione è stata lenta. Lessi anche il secondo, e nonostante un leggero miglioramento, lo stesso non mi sono mai affezionata ai personaggi ed alla storia. Un vero peccato, perché avevo aspettative alte :(

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    1. Ecco, credevo già di essere l'unica a non essere rimasta coinvolta da questo romanzo. Sapere che qualcun altro ha avuto le stesse sensazioni a riguardo un po' mi consola, perché all'inizio pensavo di averlo letto proprio nel momento sbagliato.
      Anch'io avevo aspettative alte :/

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  2. Uhm, ho sempre letto recensioni MOLTO positive e devo ammettere che da quando è uscito in Italia non ho potuto fare a meno che notare quanto non abbia convinto molti lettori.
    Ormai l'ho preso, quindi lo leggo, però con aspettative moooolto ridotte ^^"

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    1. Sì, ti direi di ridurre le aspettative perché altrimenti rischi di prendere una tramvata com'è capitato a me ^^"

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  3. L'ho letto l'anno scorso in lingua, e non mi ha convinto per niente: a parte la caratterizzazione di Kestrel (per me è l'unica cosa che funziona davvero) ho trovato il worldbuilding piuttosto povero, mentre il modo in cui si comporta Arin per tutto il libro imho non c'entra niente con l'ambientazione... è troppo sfrontato >___<

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    1. Il world building, per quanto non approfondito a dovere, a me è piaciuto.
      Su Arin mi trovi d'accordo, è davvero troppo sfrontato per la sua condizione - e anche per questo trovo incomprensibile la dinamica del suo rapporto con Kestrel.
      Peccato, aveva del potenziale che non è stato sfruttato al meglio, questo romanzo.

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