Cari visitatori della Tana,
il momento recensione della settimana è dedicato ad una mia lettura di qualche settimana fa, Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso, secondo volume della serie che vede come protagonista la ghostwriter Vani Sarca.
Il romanzo è uscito a Maggio di quest'anno per Garzanti e conta 341 pagine. Il prezzo è di € 9,99 per l'ebook, mentre il cartaceo costa € 16,40
TRAMA
Un gesto, una parola, un'espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con se stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa quasi impossibile, perché Vani non ha mai preso una padella in mano. C'è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vàzquez Montalban, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l'altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l'affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto.
LA MIA OPINIONE
Il secondo capitolo di una serie, si sa, è quello che conferma se una serie di romanzi è buona o meno. Proprio per questo motivo volevo assolutamente sapere di cosa avrebbe trattato la nuova avventura di Vani ma allo stesso tempo ero un po' timorosa, perché non sapevo cosa aspettarmi.
Paure inutili, visto che, se è possibile, ho apprezzato il secondo volume di questa serie ancor più del primo.
Vani, superata la rottura con Riccardo con una memorabile vendetta, è tornata alla sua vita di sempre, ma con un piccolo piacere in più: il commissario Berganza l'ha assunta come consulente della polizia, così che possa usare il suo talento nel capire le persone per aiutarlo nella risoluzione dei casi più complessi.
Ma Vani, prima di tutto, si guadagna il pane facendo la ghostwriter ed il suo capo ha in serbo per lei un nuovo, complicatissimo compito: un libro di memorie e ricette di Irma, la cuoca della famiglia Giay Marin, una delle famiglie più in vista del mondo dell'alta moda.
Redarre un libro del genere sembra già complesso di per sé, ma se ci aggiungiamo che Irma, ottant'anni suonati, non perde tempo a confessare a Vani un delitto già al loro primo incontro?
Un'indagine più complessa del previsto per Vani e il commissario Berganza, che li porterà a scoprire i segreti più nascosti della famiglia Giay Marin.
In questo secondo volume della serie, ho ritrovato con molto piacere Vani, che è più Vani che mai. Amo questo personaggio, il suo sarcasmo, il suo modo di fare. Sebbene nel primo libro della serie questo personaggio sia già molto approfondito, abbiamo qu ancora la possibilità di scoprire nuovi episodi del suo passato e nuove sfaccettature del suo carattere.
Un personaggio secondario che trova ampio spazio è sicuramente il commissario Berganza, che, come dice la stessa Vani, ha quel fascino dei poliziotti dei romanzi che lo rende parecchio interessante. Ho apprezzato la scelta dell'autrice di dedicare più spazio a lui, perché con Vani ha un'ottima chimica intellettuale, che emerge soprattutto nelle scene dedicate alle lezioni di cucina a casa del commissario.
Inoltre conosciamo Ivano, nipote del commissario, ed Irma, la cuoca di casa Giay Marin. Si tratta di due personaggi che in qualche modo bilaciano l'avventura di Vani: Ivano, un adolescente inquieto che grazie a Vani riesce a canalizzare le sue emozioni contrastanti ed Irma, che è un po' una Vani proiettata di cinquant'anni nel futuro con la sua lingua tagliente ed il suo sarcasmo.
Il caso che Vani ed il commissario Berganza devono risolvere non è particolarmente complesso, ma è comunque affascinante, perché ci porta a scoprire i segreti del passato vicino e lontano della famiglia Giay Marin, un puzzle che passo dopo passo si compone fino a divetare un quadro complesso.
I personaggi sono innegabilmente un punto forte di questo romanzo, perché sono tutti ben disegnati, così come i dialoghi, tra i quali ho trovato delle piccole perle. Ma non posso dimenticare di citare lo stile di Alice Basso, che è scorrevole e allegro, con punte di sarcasmo che lo rendono trascinante e ancor più brioso.
Anche Scrivere è un mestiere pericoloso è un romanzo da leggere d'un fiato, come il suo predecessore. Il grande problema, adesso, sarà aspettare il tero volume della serie!
Il mio voto per questo romanzo è di cinque riccetti!
Complimenti per la recensione! :) Questa serie non mi ispirava tantissimo, ma adesso sono davvero curiosa!!! ^_^
RispondiEliminaGrazie :)
EliminaLa serie è davvero bella, te la consiglio!
Complimentissimi per la recensione! Avevo paura a prendere questo secondo libro a occhi chiusi ma dopo questa recensione non ho più remore!
RispondiEliminaGrazie mille :)
EliminaHo preferito addirittura questo libro al primo, quindi te lo consiglio di tutto cuore :D
Amo, amo, amo. Team Berganza, sempre e si aspetta con trepidazione il prossimo. :)
RispondiEliminaTeam Berganza sempre :D
Eliminaadesso si aspetta il prossimo, sperando che Alice lo scriva presto!
Anche io ho amato tanto questo libro che per me è stato davvero una rivelazione! Ora devo recuperare il primo ;) sento la nostalgia di quella pazza di Vani :D a presto Maria
RispondiEliminaVani è un personaggio unico, come si fa a non amarla?
EliminaRecpera presto il primo, ti assicuro che ne vale la pena :D