sabato 31 gennaio 2015

Roba da lettori #8: I fenomeni editoriali




Cari visitatori della Tana,

oggi vi propongo un nuovo appuntamento con la rubrica Roba da lettori, dedicata come sapete ad argomenti che  riguardano da vicino la vita di noi lettrici e lettori.
L'argomento di oggi è un po' complicato da trattare, ma spero comunque che le mie riflessioni in materia di fenomeni editoriali possano interessarvi.



Di fenomeni editoriali negli ultimi anni ne abbiamo visti tantissimi in giro, complice il mondo di internet oltre che quello dei soliti canali pubblicitari.
Essendo un'appassionata lettrice trascorro molto tempo dentro le librerie ed in giro per il web alla ricerca delle novità editoriali più interessanti ed ancora di più lo faccio da quando ho aperto il blog. Questo mi ha permesso di osservare il mercato dei libri in Italia, anche se soltanto dalla prospettiva di lettrice e di rendermi conto di come funzionano i fenomeni editoriali.

Grazie a tutti i canali tramite i quali oggi è possible diffondere informazioni e pubblicità veniamo a conoscenza di molti libri e in questo modo basta pochissimo per rendere un libro un vero e proprio fenomeno editoriale.
Ma un fenomeno editoriale è sempre un buon libro?
Data la mia esperienza, la risposta a questa domanda è no, un fenomeno editoriale non è sempre un buon libro. Anzi, data la mia esperienza in passato ormai ho la tendenza a diffidare da fenomeni editoriali vari, perché finivo sempre per crearmi molte aspettative che in molti casi sono state deluse.


Nella mia vita da lettrice mi sono scontrata sia con ottimi che con pessimi fenomeni editoriali, di alcuni mi sono innamorata, altri invece non mi sono piaciuti affatto.
Per me il fenomeno editoriale buono per eccellenza è stata la saga di Harry Potter, che come sapete ha venduto milioni di copie e ancora oggi a diciotto anni dalla prima edizione inglese continua ad appassionare lettori in tutto il mondo. E' una serie che ha segnato la vita di molti lettori e che ha avvicinato molti bambini alla lettura, oltre ad essere una serie bellissima e scritta meravigliosamente bene.
Oltre ad Harry Potter potrei citare anche altre saghe e trilogie che sono un fenomeno editoriale buono, ma per ogni fenomeno editoriale buono ce ne sono almeno due cattivi.
Un esempio di fenomeno editoriale terribile è sicuramente quello della trilogia di Cinquanta Sfumature, fanfiction piuttosto scadente che una volta pubblicata ha fatto guadagnare all'autrice e agli editori di tutto il mondo milioni di dollari.


Adesso viene spontaneo chiedersi com'è che un romanzo scritto male possa vendere milioni di copie nel mondo. Ed ecco, a questo punto torniamo al discorso iniziale, quello del mercato e della pubblicità, che in qualche modo indirizzano le scelte di noi lettori verso un determinato genere o addirittura verso un libro specifico. Certo la curiosità è il motore principale dei nostri acquisti, ma quando le proposte in libreria sono ristrette alle pubblicazioni dei grandi editori che mirano a vendere il più possibile un determinato libro o una determinata serie, è inevitabile che in qualche modo noi lettori ne siamo condizionati.


Sarebbe bello dire che ci sono dei lettori immuni dalla pubblicità, ma sappiamo bene che non è così e anche chi è un lettore con dei gusti ben precisi finisce per lasciarsi influenzare un po'.

Ma oltre a noi lettori che spediamo i nostri soldini anche dietro a questi successi editoriali, si genera una vera e propria reazione a catena anche nelle pubblicazioni grazie a questi fenomeni, con il risultato che nel corso del tempo abbiamo trovato le librerie invase da libri su scuole di magia, vampiri buoni e cattivi e nell'ultimo periodo da romanzi erotici conditi con manette e frustini vari, ma anche da contemporary YA strappalacrime su adolescenti malati di cancro.
E come criticare le case editrici? Loro fanno soltanto il loro lavoro, che è quello di vendere ciò che il pubblico vuole, quindi è nella logica del mercato che si contendano i diritti di libri appartenenti ad un genere che al momento vende molto.

Insomma, un fenomeno editoriale non sarà sempre un buon libro, ma sicuramente sarà una questione di mercato, che è mosso da molti fattori e che proprio per questo è destinato a cambiare, sempre alla ricerca di un nuovo libro che possa vendere milioni di copie e andare incontro ai gusti della maggioranza dei lettori.
Il mercato dei libri in Italia è sicuramente vario e si è molto allargato da quando è esploso il fenomeno delle case editrici che pubblicano soltanto in formato digitale degli autori che si autopubblicano, ma come mercato editoriale vero e proprio è più chiuso e selettivo rispetto a quello americano, che utilizzo sempre come metro di paragone perché essendo iscritta a Goodreads sono sempre informata sulle uscite e sulla varietà di libri che sono pubblicati oltreoceano.

Personalmente credo che in mezzo al bombardamento che subiamo da pubblicità e quant'altro bisogna giocare d'astuzia e impegnarsi per trovare tra tutti i fenomeni editoriali quelli che meritano veramente considerazione perché sono dei bei libri, ma alla stessa maniera non bisogna lasciare la ricerca di piccoli tesori tra libri che sono poco pubblicizzati eppure meritano di essere conosciuti. Personalmente mi sento molto più soddisfatta quando scopro che un romanzo di cui non ho sentito parlare molto in giro è un bellissimo romanzo.


E voi che ne pensate dei fenomeni editoriali e soprattutto qual è il vostro rapporto con i libri molto commercializzati? Aspetto le vostre riflessioni su questo tema!



24 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo con te! I fenomeni editoriali in fondo sono mode. Se da domani il mercato decide che vanno di moda le gonne zebrate, che a me non piacciono, state pur certi che non le metterò mai. Se invece decide che vanno di moda le gonne a pieghe, che mi piacciono, allora assecondo il mercato. Così è anche con i libri. Quando un romanzo diventa un fenomeno editoriale mi informo, non lo adoro nè lo escludo a prescindere. Ad esempio: per me HP ed Hunger Games meritano il successo che hanno avuto (tra l'altro, io HG l'ho scoperto tre anni prima dell'uscita del film, quando era ancora sconosciutissimo xD), mentre le 50 sfumature e Colpa delle stelle, no. Una delle poche cose di cui mi posso vantare, è che non mi lascio condizionare da queste cose xD

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    1. Nemmeno io mi lascio influenzare molto dalla pubblicità o dal successo che ha un romanzo, ma scrivendo questo articolo ho fatto riferimento al lettore medio che, vuoi o non vuoi, si lascia influenzare dalla pubblicità.
      I lettori esperti tendono a farsi influenzare molti dimeno dai fenomeni editoriali :)

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  2. Ottimo post che apre un serie di riflessioni interessanti!
    Mi piacerebbe dire che non seguo la massa e che la pubblicità non mi convince, ma mentirei spudoratamente e infatti quando sento parlare ovunque di un romanzo anche se questo non mi incuriosiva dall'inizio alla fine cedo e lo leggo, anche giusto per farmi una opinione in merito. Sono propensa però a pensare che siano di più i non lettori abituali a cadere come facile preda dei fenomeni editoriali e a restarne poi invaghiti, vedi le 50 Sfumature (dato che tra poco uscirà il film): io lo lessi proprio perchè se ne parlava everywhere, ma una volta letto l'ho giudicato come romanzetto scritto male. Vabbè che i gusti non si giudicano.... fatto sta che quello è stato l'apripista che ha invaso il mercato di erotici più o meno uguali, più o meno riusciti... ma se si vendono e le case editrici li pubblicano evidentemente c'è qualcuno li compra e li legge. Alla fine io sono per il concetto "l'importante è che si legga", anche se è solo un fenomeno editoriale :)

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    1. Sono una di quelle persone che spinge sempre chi mi sta intorno a leggere quindi da un lato anch'io dico "leggi qualsiasi cosa. l'importante è leggere", ma dall'altra parte quando vedo persone che scelgono quei fenomeni editoriali che se ne stanno ad inquinare gli scaffali delle librerie, dato che sono scritti malissimo, allora mi inalbero.
      Per quanto mi riguarda, leggo un fenomeno editoriale spesso e volentieri soltanto dopo che si è "sgonfiato" l'entusiasmo de lettori su quel libro...e poi molto dipende anche dal genere a cui il fenomeno in questione appartiene, anche se ne parlano tutti, raramente leggerei un fenomeno editoriale come %0 Sfumature, perché non è proprio il mio genere ^^

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  3. Sono pienamente d'accordo con te, i fenomeni editoriali nascondono dietro un successo di massa una qualità decisamente scadente. Tendenzialmente, essendo una lettrice molto ma molto critica, anche io escludo a priori questo genere di libri, memore di brutte esperienze passate, ovviamente ci sono sempre le eccezioni alla regola, anche se negli ultimi anni ne ho trovate davvero poche.. Come hai detto tu non possiamo incolpare le case editrici, il loro lavoro è vendere un prodotto e purtroppo anche il mondo dell'arte e della letteratura non è esente alle regole del mercato, con l'unico e triste risultato che si creano prodotti scadenti e ripetitivi, basta vedere che la maggior parte delle pubblicazioni sono libri di amore e cucina, triller, soft porno e libri sui vampiri che fanno rivoltare nella tomba il povero Stoker un giorno sì e l'altro anche. Con queste premesse sta ad un lettore attento fare un po' di luce in mezzo al buio culturale di queste pubblicazioni.

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    1. Noi lettori abbiamo una grande responsabilità quando si tratta di fenomeni editoriali, è assolutamente vero. Tra le centinaia di libri acclamatissimi che ci vengono proposti ogni mese in libreria bisogna saper scegliere bene!
      Purtroppo sempre più spesso ci ritroviamo sommersi da libri banali e ripetitivi che vendono tantissimo pur non meritando tanto successo...e la cosa mi intristisce un sacco!

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  4. Post davvero molto interessante.
    Personalmente sono abbastanza resistente al tamtam pubblicitario di questo o quel libro, ma non posso negare di essere inciampata in libri di cui avevo letto molto bene e che alla fine ho detestato o quasi. Ad esempio a me la trilogia The Maze Runner è passata dal non convincermi del tutto del primo libro a causarmi fastidio per buona parte del secondo volume... tanto che l'ultimo libro l'ho letto in fretta solo per togliermi di mezzo una serie, e ho preso Colpa delle Stelle, di cui avevo già letto uno stralcio che non mi è dispiaciuto ma neanche mi ha fatta gridare al capolavoro letterario, soltanto perché avevo la possibilità di averlo a metà prezzo.
    Se poi queste mode portano persone che non amano la lettura a immergersi in un libro invece di far vegetare i neuroni davanti all'ennesimo programma televisivo di dubbio gusto e dai contenuti poco edificanti, allora ben venga: probabilmente solo uno su dieci comprerà un altro libro dopo aver chiuso con il caso editoriale e magari soltanto uno su trenta si appassionerà alla lettura in generale, ma è già un risultato. Un esempio su tutti: io nutro un sano disgusto per i libri di Federico Moccia da quando, neanche ventenne, caddi nella rete del suo caso editoriale su consiglio di una compagna di studi con un grande gusto per i libri. Però quei libri hanno avuto il merito di avvicinare alla lettura una mia vecchia amica delle medie che per pura casualità ho incontrato nuovamente nella città universitaria in cui ci eravamo entrambe trasferite per studiare, una persona che non aveva mai avuto un grande interesse per i libri che grazie a Moccia ha iniziato a leggere più spesso e non solo romanzi di quel genere. Io continuerò sempre a dire peste e corna di questo autore, ma devo riconoscergli il merito di aver fatto scoprire la lettura a una persona.
    Insomma, come Rosa C. anche io, dopo anni di difficile contrasto tra l'idealismo che mi spingeva a strorcere il naso di fronte ai casi letterari (tanto che di solito aspetto che questo si sia smorzato per farmi un'idea precisa) e una realtà di casi letterari che reputavo uno peggiore dell'altro (uno tra tutti quella ragazza italiana, se non erro adolescente o comunque sotto i vent'anni, che una decina di anni fa pubblicò un libro scritto con la grafia usata negli sms), sono arrivata alla conclusione che "l'importante è che si legga"... certo, il massimo sarebbe leggere un libro oggettivamente ben scritto e con un una trama solida, ma se per arrivare al risultato si deve passare per un caso letterario di dubbia qualità, allora "il fine giustifica i mezzi".

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    1. Riflessione molto interessante la tua :)
      Purtroppo io non ce la faccio a dire che "l'importante è leggere" e basta, perché mi fa arrabbiare il pensiero che ci siano persone che sprecano il loro tempo a leggere l'ennesimo prodotto scadente...mi intristisce proprio come idea.
      Certo, però se si tratta solo di un passaggio per arrivare ad appassionarsi alla lettura in generale allora forse potrei essere più tollerante!

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  5. Bellissimo argomento, personalmente non mi riguarda da vicino perchè non sono attirata molto dalla novità, sono una lettrice abbastanza esigente e i miei gusti personali sono distanti dai generi che vanno molto di moda adesso. Purtroppo la maggior parte dei fenomeni editoriali si rivelano delle pessime letture, c'è anche da dire che colpa è di tutti quei lettori che continuano ad essere attratti dai brutti romanzi, del resto le case editrici fanno il loro gioco e vendono quello che il mercato richiede.
    Forse tutti dovremmo farci un esame obiettivo e capire cosa va letto e comprato e cosa no....insomma i libri spazzatura vanno lasciati da parte...al contrario di Rosa, io sono per "l'importante è leggere buoni libri"...
    In Italia già la media di lettori è davvero bassa, se si pensa poi che per la maggiore vanno certi generi c'è da mettersi le mani nei capelli...poi capisco perchè Colpa delle stelle sia ritenuto un capolavoro...(giusto per citare un fenomeno editoriale)

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    1. E' triste ma purtroppo è così, sono moltissimi i lettori attirati da brutti fenomeni editoriali.
      Personalmente anch'io preferirei che le persone leggessero buoni libri piuttosto che leggere certa spazzatura, ma penso di sposare un po' l'idea di Hephamyst qui sopra e se si tratta solo di alcuni libri che servono per far appassionare una persona alla lettura e la porti a leggere anche libri migliori, allora direi di poter essere più tollerante ^^

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  6. Ciao Annie! :3 il mio rapporto con i libri troppo pubblicizzati è... particolare XD tendo essenzialmente a evitarli perché non sopporto in generale le cose che hanno tutti (dalle scarpe alle borse) ai libri che leggono tutti. Tipo Colpa delle stelle non credo proprio che lo leggerò mai XD mi è venuta la nausea con tutte queste ragazzine urlanti ._. mi piace scoprire libri meravigliosi che passano inosservati! *^* certo, a parte il caso editoriale, se un libro mi ispira lo prendo punto e stop!

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    1. Anche per me conta molto il fattore "ispirazione" quando compro un libro, a prescindere dal caso editoriale!
      Le ragazzine urlanti purtroppo si incontrano in tutti i fandom purtroppo e credimi, per quanto io possa essere una fangirl, in più circostanze mi sono sentita davvero in imbarazzo per loro...

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  7. Ciao Annie, bellissimo post e questione molto interessante! Io personalmente tendo a guardare con sospetto i casi letterari del momento e aspetto che decantino un po'; se poi l'onda dell'entusiasmo continua, allora decido di informarmi un po' di più e se il libro mi ispira, allora lo leggo!
    Altre volte però leggo anche i fenomeni editoriali che palesemente sono fumo negli occhi per semplice curiosità di scoprire fino a quanto può spingersi il trash o il banale! Ma sempre consapevole di leggere una ciofeca (rigorosamente preso in prestito, i miei soldini vanno solo ai libri "meritevoli") ;)

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    1. Assolutamente, anch'io spendo i miei risparmi solo per i libri meritevoli, quelli che non mi convincono troppo li cerco usati o in scambio, che è ancora meglio!

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  8. Post interessante, ma secondo me oltre ai fenomeni editoriali 'veri' ci sono anche quelli pilotati. Mi spiego: Harry Potter, Twilight, Hunger Games... all'inizio non li hanno spinti in gola ai lettori: sono stati scoperti dai lettori e sono diventati casi editoriali pubblicizzati dopo aver raggiunto una discreta fetta di pubblico... sono le copie carbone venute dopo, sbandierate ai quattro venti come il miglior romanzo del secolo, il problema. All'editoria non piace rischiare, soprattutto ora che si trova di fronte ad una crisi economica che l'ha colpita pesantemente, e gioca sul sicuro cercando di creare mode che, però, non sempre pagano. Ne sono una prova il numero di serie tradotte, pubblicate e pubblicizzate come se fossero già un fenomeno editoriale (in quante fascette c'è scritto che il libro in questione l'anno letto anche sulla Luna?) che poi vengono interrotte perchè non vendono abbastanza.

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    1. Hai ragione, e credo che i fenomeni editoriali pilotati siano quelli della peggior specie.
      Ormai in tutte le libreria troviamo libri con fascette che sembrano prodotte in serie per farci sapere quanto fantastici siano alcuni libri, che alla fine però si rivelano romanzetti mediocri.
      E' vero che all'editoria non piace rischiare, soprattutto in questo momento economico, ma è anche vero che prima o poi le mode passano o come dici tu, non pagano, e le serie si interompono.

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  9. Ciao! Seguo il tuo blog da qualche tempo, ma non mi ero ancora mai espressa, colgo l'occasione di questo post per commentare.
    Prima di tutto sono d'accordo in toto con te, qui in Italia ultimamente ho visto arrivare delle cose oscene e mi meraviglio che abbiano successo, infatti, secondo me, il merito è tutto della pubblicità, perché non ci può essere altra spiegazione.
    Ho appena avuto una discussione via whatsapp con un mio amico riguardo a 50 sfumature di grigio: mi ha chiesto cosa ne pensassi e io, molto pacatamente, ho risposto che per me è un libro ideale solo per ravvivare il caminetto (sono molto drastica a volte =D), che non l'ho letto (ho letto qualche spezzone qui e là e mi è bastato u.u) e mai lo leggerò, proprio perché è un prodotto editoriale scadente. La risposta del mio amico è stata che non avendolo letto non posso giudicare, che sono prevenuta sugli argomenti che tratta e che lo stile e la trama non sono male. La cosa che mi ha sconvolta di più della discussione è stata il fatto che questo mio amico abbia da sempre un ottimo gusto in fatto di libri (ci siamo conosciuti grazie a Harry Potter) e mi ha sempre consigliata al meglio nelle letture, quindi voglio sperare che il suo parere stra-positivo sia dovuto solo alla pubblicità che sta scaturendo dal film della “saga” (oltre che dalla stanchezza, visto che sta studiando molto). Poi gli scivoloni capitano a tutti, ovvio, perfino io non ne sono immune =D
    Tutto questo per dire che, purtroppo, come hai sottolineato anche tu, la pubblicità massiccia e talvolta ingannevole fatta dalle case editrici a prodotti editoriali quasi mai buoni crea delle brutte copie e delle brutte sorprese nei lettori. Io faccio parte di quella fetta di lettori forti italiani e non mi accontento dei cartelloni pubblicitari o dei libri sbattuti in prima posizione appena entri in libreria; sono una di quelli che pretendono le cose scritte bene, le trame articolate e gli autori che si documentano quando scrivono qualcosa. Purtroppo in Italia (ma anche all’estero) non è così, le case editrici pensano che lettore = stupido e quindi qualsiasi cosa va bene, purché si venda. E poi vediamo i risultati di questo voler ingannare i lettori (che talvolta neanche se ne accorgono): il problema è che il mercato editoriale sta andando sempre più verso un abbassamento del livello di “intelligenza” – non era il termine che volevo usare, ma non me n’è venuto in mente un altro u.u – dei lettori e quindi produce sempre più cose come le 50 sfumature e meno come Harry Potter. Un vero peccato, perché se da una parte si riferiscono a una fetta di pubblico, dall’altra ne perdono un’altra e non so quale delle due sia più conveniente perdere…

    Scusa se l’ho fatta lunga e se il mio commento potrebbe sembrarti sconclusionato, la prossima volta cercherò di trattenermi, anche se la graforrea è una brutta bestia da tenere a freno =D spero comunque di essere riuscita a esprimere il mio punto di vista.
    A presto, Annette

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    1. Essere dei lettori con molte aspettative e molte pretese secondo me è diventato essenziale, dato che dobbiamo destreggiarci tra decine di nuove uscite ogni mese e molte di queste sono delle meteore.
      Secondo me le case editrici tendono molto ad omologare il pubblico, a pubblicizzare un libro al massimo perché tutti, ma proprio tutti lo leggano, non solo gli amanti del genere a cui il libro in questione appartiene. Beh, questo è nella logica del marketing ed io non lo considero un crimine, ma i lettori meno esperti si fanno condizionare molto facilmente e si buttano sul fenomeno editoriale magari mediocre del momento...

      Il tuo commento è lungo ma anche completo, ho apprezzato il tuo punto di vista :)

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  10. Lo sai che non so come risponderti? mi verrebbe da dirti che in linea di massima cerco di evitare i fenomeni editoriali perchè sono rimasta delusa moltissime volte. Allo stesso tempo però, se in passato non avessi dato ascolto al battage pubblicitario, con ogni probabilità mi sarei persa libri che alla fine ho apprezzato come ad esempio Hunger Games. A conti fatti però mi rendo conto che i fenomeni editoriali davvero validi sono stati pochi ed anzi, sul momento oltre a Hunger Games mi viene giusto in mente Harry Potter. Devo inoltre considerare il fatto che in questi ultimi anni molti dei libri più in voga del momento erano romanzi YA che sapevo dal principio non mi sarebbero piaciuti. Ultimamente sto cercando di risolvere scaricando la versione in pdf, passando poi all'acquisto vero e proprio nel caso in cui il romanzo mi piaccia. L'unico problema è che in generale in questi romanzi ho riscontrato un netto calo di qualità, anche perchè di fronte al successo di un autore è facilissimo ritrovare spudorati plagi che cercano di bissarne l'esito positivo.

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    1. Anch'io negli ultimi tempi mi sono aiutata a risparmiare leggendo prima in formato digitale e acquistando i cartacei successivamente e soltanto se i libri mi sono piaciuti.
      Purtroppo quando un autore comincia a spopolare le altre CE cercano spessissimo dei "cloni" per poter pubblicare romanzi dello stesso genere, ma spesso a costo di abbassare la qualità delle pubblicazioni...

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  11. Ciao! Questo è un argomento interessante, ne avevo parlato anche nel mio blog una volta.
    Io diffido dei fenomeni editoriali e soprattutto dei loro "seguiti", ovvero tutti i libri dello stesso genere che escono dopo il boom di un libro molto venduto. Probabilmente non sono tutti pessimi libri, ma in questo caso preferisco mettere le mani aventi. Leggo un libro che è stato pubblicato sulla scia di Harry Potter o Hunger games solo se mi viene consigliato.
    Per quanto riguarda le case editrici, come dici tu non le si può colpevolizzare, perché a conti fatti sono aziende e devono vendere. Semplicemente vedono l'affare e pubblicano un libro che sanno essere discreto o addirittura mediocre, perché sanno che venderà.
    Penso che per "cambiare rotta" siano i lettori ad dover essere più selettivi. E' vero che siamo bombardati dalla pubblicità da tutte le parti e la curiosità è naturale, ma un lettore 'esperto', per intenderci una persona che legge spesso e non solo quando gli regalano un libro per Natale, sa riconoscere il pessimo caso editoriale e gli strascichi che si porta dietro. Sta a questo tipo di lettore decidere se vale la pena leggere questo libro e dargli maggiore visibilità.

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    1. Non potrei essere più d'accordo: siamo noi lettori a dover essere più selettivi con i libri!
      Purtroppo ci capita sempre più spesso di scontrarci con fenomeni editoriali mediocri e relativi strascichi, ma essere obiettivi nel dare il nostro parere e selettivi quando acquistiamo sarebbe un enorme passo avanti :)

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  12. Questo è un tema che scotta, che spesso mi causa attacchi di rabbia e mi trasforma in una brutta persona. Non si giudica per ciò che uno legge, perché i gusti sono gusti e l'importante è che si legga, ma in certi casi... no. No, se alimentano la diffusione di libri che non meriterebbero di essere definiti romanzi e che uccido grammatica e buon gusto.
    Ma facciamo un discorso con capo e coda.
    Evitare i fenomeni editoriali a prescindere? No, mai. Diffidare? Mi capita perché ho letto cose che voi umani...
    I fenomeni editoriali diventano tali in due modi: 1) lo sono prima di andare in stampa e già il blurb ne decanta le lodi, le CE li celebrano e pubblicizzano (giustamente!) 2) lo diventano perché, meritevoli o meno, sono piaciuti al pubblico e si è verificato il passaparola.
    Ora io sono un tipo che tende a nausearsi davanti alle pubblicità insistenti e al libro chiacchierato (e sono estremamente sensibile). Questo non vuol dire che non leggerò quel libro, vuol dire che aspetterò.
    E i fenomeni come Le 50 sfumature? Li aborro anch'io per la semplice ragione che non sono scritti bene. E finché avranno successo, le pubblicazioni scadenti continueranno a esserci. Sono i lettori a dover cambiare: diventare più consapevoli e critici.
    Non so se il mio discorso sia chiaro. Spero di sì. Questo articolo è coraggioso ed è il genere di articolo che mi piace. Grazie per averne parlato.

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    1. Ho scritto questo articolo pensando che sarebbe stato utile ad aprire una sana discussione tra noi lettori e fortunatamente ci sono riuscita. Quello dei fenomeni editoriali è un tema delicato, perché si devono tenere in conto diversi elementi e come vedi ci sto mettendo un po' a rispondere a tutti perché non vorrei essere superficiale con le mie risposte.
      Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda: il più delle volte non evito il fenomeno editoriale a prescindere, ma anch'io aspetto che si sgonfi la bolla di pubblicità e chiacchiericcio che gli si è creato intorno.
      Purtroppo i fenomeni alla 50 sfumature sono più frequenti di quanto vorremmo e quelli davvero sono negativi in tutto e per tutto. Dovremmo essere noi lettori ad essere più selettivi, decisamente!

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