Cari visitatori della Tana,
come avrete sicuramente intuito dal titolo del post, oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour di Destini Incrociati, la raccolta di racconti a cura delle ragazze del blog Le tazzine di Yoko.
Il blogtour si muove attraverso i tredici racconti contenuti in questa antologia e su ciascuno dei blog partecipanti troverete un approfondimento su uno di essi.
Oggi vi parlerò di La ballata del cacciatore, terzo racconto dell'antologia scritto da Alain Voudì.
Ma prima di passare al racconto nello specifico, eccovi qualche notizia su questa antologia:
IL LIBRO
Pagine: 266
Prezzo: € 2,68 (ebook) € 11,99 (cartaceo)
Link per l'acquisto: AmazonPrezzo: € 2,68 (ebook) € 11,99 (cartaceo)
Tredici racconti originali ed emozionanti, ciascuno con la sua particolarità e il suo fascino, riuniti in una unica raccolta, che esplora il lato fantasioso, romantico, misterioso, passionale, ironico e paranormale di promettenti autori italiani, vincitori alla prima edizione del concorso letterario Emozioni in Tazza. Lasciatevi conquistare dalle loro storie e godetevi il meglio dei generi fantasy, romance, fantascienza, urban e paranormal in un sola variegata antologia.
IL RACCONTO
Quando leggo un racconto non so mai cosa aspettarmi, soprattutto se si tratta di un racconto fantasy.
Nel caso di La ballata del cacciatore sono rimasta piacevolmente sorpresa, perché si tratta di un fantasy in cui sono inseriti elementi fiabeschi e mitici che sin da subito si sono dimostrati molto interessanti.
Un uomo che è sempre alla ricerca di storie, seduto al tavolo di una taverna, si ritrova ad ascoltare dalla bocca di uno sconosciuto la ballata del cacciatore. Si tratta di un racconto che affonda le sue radici nel mito e che ci trasporta in un mondo di credenze e magia, un mondo primitivo in cui gli uomini hanno rispetto e timore degli spiriti e di ciò che per loro è sacro ma soprattutto che mette in evidenza quanto i gesti che a noi sembrano più insignificanti possono avere in realtà delle conseguenze molto grandi.
Un racconto ben costruito, che ho letto d'un fiato e che ho trovato veramente unico nel suo genere.
L'INTERVISTA ALL'AUTORE
La prima
domanda, anche se è un po’ banale, è d’obbligo: chi è Alain Voudì?
A quanto si
dice non esistono domande banali, ma solo risposte banali: e temo che la mia
sia una di quelle.
Alain Voudì è
un personaggio di fantasia, che interagisce col mondo reale solo per
prendersene gioco (ha un senso dell’umorismo contorto e perverso, ma non è
pericoloso: basta ignorarlo e presto si stufa e se ne va).
L’umano che ospita Alain, invece, è quanto di più noioso si possa immaginare, e non vale neppure la pena di dedicargli un pensiero. Fin troppo che paga i conti. E nemmeno sempre.
L’umano che ospita Alain, invece, è quanto di più noioso si possa immaginare, e non vale neppure la pena di dedicargli un pensiero. Fin troppo che paga i conti. E nemmeno sempre.
La ballata del cacciatore è un racconto
molto particolare, che sin da subito mi ha trascinato in questo mondo fatto di
leggende e magia. Com’è nato?
Uh, che
domandona! Se volessi farne la storia completa, dovrei risalire fino agli anni
’90 del secolo scorso: il nucleo di questo lavoro è nelle storie della
buonanotte che raccontavo ai miei figli da piccoli. E siccome i due pargoletti,
come il loro papà, sono degli scass... sono molto esigenti, non si
accontentavano delle normali favole prefabbricate: no, ne volevano di
originali, improvvisate al momento su loro tema! Forte del detto “l’originalità
è l’arte di celare le proprie fonti”, per sopravvivere al loro gioco ero perciò
costretto ad attingere al patrimonio di miti e archetipi di cui mi ero cibato
in gioventù. In particolare, per questa, mi sono rifatto a un’antica leggenda
dei nativi americani, che narra appunto di un guerriero che per errore uccide
un animale sacro e viene pertanto punito dagli Spiriti (che alla fin fine è
l’ennesima variante del mito della violazione dell’ordine naturale delle cose,
come la mela di Eva). Ci ho ricamato un po’ su, lo ammetto. Ma non sono stato
né il primo né l’ultimo a farlo.
Con questo
racconto hai esplorato un genere molto particolare, tra il fantasy e la fiaba.
Come autore di fantasy ti piace sperimentare e inserire elementi inaspettati
nelle tue storie?
Sempre: eroi
che diventano cattivi (e viceversa), ragazze normalissime che sviluppano attributi inaspettati (e difficili da
gestire), draghi che si fanno trattare come zerbini dalle loro seducenti vittime,
banali vicini di casa che si rivelano essere orchi e fatine in incognito...
(sì, sono tutte trame che ho usato di recente).
Per come la vedo io, la letteratura fantastica (della quale il fantasy è un sottoinsieme) può avere due declinazioni: quella di “fuga dal reale” per pura evasione e quella di “decostruzione del reale” a scopo di analisi, che trovo di gran lunga più interessante. Ma per decostruire la realtà devi prima di tutto indurre il lettore ad abbandonare le proprie certezze; e la sorpresa, il ribaltamento improvviso della prospettiva, l’inserzione violenta di elementi fantastici nel quotidiano (o di quelli quotidiani nel fantastico), sono gli strumenti che trovo più efficaci in tal senso. E poi sono anche divertenti, almeno per me che scrivo.
Per come la vedo io, la letteratura fantastica (della quale il fantasy è un sottoinsieme) può avere due declinazioni: quella di “fuga dal reale” per pura evasione e quella di “decostruzione del reale” a scopo di analisi, che trovo di gran lunga più interessante. Ma per decostruire la realtà devi prima di tutto indurre il lettore ad abbandonare le proprie certezze; e la sorpresa, il ribaltamento improvviso della prospettiva, l’inserzione violenta di elementi fantastici nel quotidiano (o di quelli quotidiani nel fantastico), sono gli strumenti che trovo più efficaci in tal senso. E poi sono anche divertenti, almeno per me che scrivo.
Vedresti
questo racconto come parte di un progetto più ampio, come una raccolta di
racconti dello stesso genere o un romanzo?
Credici o no,
lo è. Ho un’intera raccolta (inedita) di racconti come questo, intitolata “Alla
taverna del Gatto Guercio”, in cui un anziano pirata, ormai ritiratosi dagli
affari, siede tutto il giorno ai tavoli della taverna omonima per ascoltare e
raccogliere le “strane storie” dei suoi ex colleghi, come fa appunto in “La
ballata del cacciatore”. Sono anni che tengo quella raccolta in un cassetto:
ormai penso che la pubblicherò postuma, per ragioni di marketing (si sa che le
opere di autori defunti vendono molto di più!)
Facendo
qualche piccola ricerca ho visto che hai alle spalle una produzione davvero
notevole e che spazia in generi diversi. Se dovessi sceglierne uno, qual è il
genere che ti piace di più scrivere?
Il fantastico,
in tutte le sue declinazioni. Fantasy, fantascienza, storia alternativa, horror,
urban fantasy, gotico sono tutti generi in cui mi sento più a mio agio. Senza
disdegnare qualche thriller, giallo, o perfino un apocrifo Sherlockiano ogni
tanto, per variare un po’. Ah, e naturalmente gli erotici, che sono fantasy per
antonomasia (non crederete davvero che esistano amanti come quelli che
descrivo, vero? Perfino Alain Voudì è un’invenzione: chiedete alla mia ex
moglie!)
Da lettore
invece, quali sono i generi e gli autori che preferisci?
Idem come
sopra. In generale sono un lettore compulsivo, ma quando sono costretto a
scegliere di solito punto sulla letteratura fantastica in tutte le sue
accezioni (esclusi i quotidiani, perché pur essendo fantasy violano la legge di
Poe (*)). Autori? Da Marquez e Saramago a Eco e Murakami, a Buzzati e Calvino:
basta che nutrano la mia immaginazione e vanno tutti bene. Passando per il (buon)
fantasy e la (buona) fantascienza, ovviamente.
Al ruolo della
letteratura fantastica ho perfino dedicato uno scambio di battute nel mio “Arrivo
a Trainville”, quando una giovanissima Joanna scopre che ciò che ha letto
in “Dalla Terra alla Luna” non è successo realmente:
«Ma a che serve un libro che parla di cose che non sono vere?» gli domandò disorientata. «A nutrire la tua immaginazione, Joanna. A farti chiedere come sarebbero le cose se non fossero quelle che sono. La fantasia è l’arma che ti permette di trovare soluzioni nuove a problemi vecchi, e anche a quelli nuovi. Senza inventiva, non ci sarebbe progresso. Non avremmo Trainville, se qualcuno non l’avesse immaginata quando ancora non esisteva.» Joanna rifletté su quell’ultima affermazione. Aveva un senso. «Va bene per Trainville» ammise. «Ma resta il fatto che non si può sparare una palla sulla Luna. A che serve immaginare una cosa che non si può fare, o che non è mai successa?» «Perché la tua fantasia va nutrita, non è importante il come o il cosa. Un popolo che non sappia più immaginare, sia pure cose impossibili, è un popolo che è già morto, anche se ancora non se ne rende conto.»
(*) Legge di Poe: senza una chiara ed
esplicita indicazione di intenti umoristici, è impossibile distinguere la
parodia di una stupidaggine dalla semplice stupidità. https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Poe
Parliamo dei
tuoi progetti futuri. Hai altri racconti o magari un romanzo che potremo
leggere presto?
Guarda, non
hai che l’imbarazzo della scelta. All’inizio di ottobre è stato pubblicato il
mio apocrifo “Sherlock
Holmes e lo scottante segreto di Mrs. Hudson”; è appena cominciata la terza
(e conclusiva) stagione del western alternativo Trainville,
il cui primo episodio “L’Inventore”
è uscito pochi giorni fa, e che proseguirà a settimane alterne fino a Natale; a
novembre inaugurerò (notiziona in anteprima!) una nuova collana di Delos
Digital dedicata a storie fantasy in salsa piccante; e prima di Natale dovrebbe
uscire con Mondoscrittura il mio ultimo romanzo, dal titolo “Come pomodori
nella macedonia” (che malgrado il titolo non tratta di cucina ma di esclusione
sociale). Altra roba è per strada, ma ancora senza date precise di uscita. Come
dice il mio amico Dario Tonani: “restate sintonizzati!”
IL GIVEAWAY
L'ultima tappa del blog tour ospiterà l'estrazione di
quattro fortunati vincitori che si vedranno arrivare a casa una copia
dell'antologia Destini Incrociati, in palio due copie cartacee e due digitali.
Partecipare al giveaway è semplice, vi basterà compilare il form sottostante
indicando:
- se avete commentato una o più tappe del blogtour,
riceverete un +2 per ogni blog che avete visitato lasciando un segno di voi. Il
form vi permetterà di dichiarare un commento ogni 24 ore, prima dell'estrazione
andremo a controllare i commenti effettivi quindi non barate =P
- Se siete lettori fissi dei blog partecipanti potrete
inoltre portarvi a casa un +5, ecco i link dei blog di cui potrete diventare
lettori fissi in ordine di tappa (non sono tutti perché alcuni non utilizzano
la piattaforma blogger):
- Leggere Romanticamente
- Sognando tra le Righe
- La Tana di una Booklover
- Atelier di una lettrice compulsiva
- Peccati di Penna
- Coffee and Books
- Atelier dei Libri
- Un buon libro non finisce mai
- Lily's Bookmark
- Insaziabili Letture
- Le tazzine di Yoko
IL BLOGTOUR CONTINUA!
E per oggi è tutto, miei cari.
Vi invito a partecipare al blogtour per segiore gli approfondimenti sugli altri racconti, perché lo staff de Le Tazzine di Yoko ha fatto veramente un ottimo lavoro e i racconti presenti nell'antologia sono tutti molto interessanti.
Alla prossima!
grazie per questa bellissima tappa :)
RispondiEliminail racconto di Alain è molto particolare e, come dici tu, fiabesco, felicissime che ti sia piaciuto!
Adoro le fiabe e i miti..mi piace *.*
RispondiEliminapartecipo anche a questa tappa! che bello!
RispondiEliminaps sono iscritto col nome di luigi dinardo
anche in questa tappa presente , ti seguo come Maria calafiore sul blog, mi piace molto questa intervista , amo i libri fantasy
RispondiEliminaComplimenti per questa intervista: bella e non banale!
RispondiEliminaBellissima tappa! :D Sono sempre più curiosa ^^
RispondiEliminaMi ero persa questa bellissima tappa con l'intervista!! Come è possibile? Recupero subito!
RispondiEliminaMi ero persa questa tappa! La ballata del cacciatore è uno dei racconti che più mi è piaciuto e credo che leggerò altro di questo autore. Mi piace come scrive!
RispondiEliminabellissima intervista intrigante estroversa un pò come vedo l'autore della ballata del cacciatore, infatti mi dispiace caro Alain Woudi sarai anche banale ed uno che non sempre paga i conti ma credo proprio che la fantasia non ti manchi e che se anche pubblicherai da postumo, (cosa che non credo perchè vedendo l'intervista mi sa che su per giù siamo coetanei ed abbiamo pargoletti che ormai son quasi uomini che hanno più o meno la stessa età......) avrai sicuramente un gran successo.
RispondiEliminasono proprio curiosa di andare a spulciare su amazon per conoscerti meglio e vedere che altro hai pubblicato... non me ne volere ma fino ad oggi non sapevo neppure esistessi (sigh), peccato perchè devo dire che mi hai colpito ahahah
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Terza tappa, presente!!
RispondiEliminaUn intervista molto bella, sopratutto se gli intervistati sono persone così fantastiche e brave.
Un abbraccio ed un bacio.
Alla prossima tappa!!
*-* meravigliosa!
RispondiEliminaSto cercando di recuperare le tappe!
La mia email: cime_tempestose@katamail.com