mercoledì 4 gennaio 2017

Recensione di "La circonferenza delle arance" - Gabriella Genisi

Cari visitatori della Tana,
oggi inauguro l'angolo recensioni del nuovo anno, parlandovi però di una delle mie ultime letture del 2016. Si tratta di La circonferenza delle arance, primo romanzo della serie della Commissaria Lolita Lobosco nata dalla penna di Gabriella Genisi.

Il romanzo è uscito per Sonzogno nel 2010 e conta 218 pagine. Il prezzo è di € 7,99 per l'ebook, mentre il cartaceo costa € 15.

TRAMA
Se avesse paura delle maldicenze di colleghi e notabili, non avrebbe certo scelto di fare il poliziotto. E invece ha deciso di seguire con spavalderia la propria vocazione: combattere le prepotenze, riportare l'ordine nella vita degli altri, farsi rispettare dai maschi senza rinunciare a nessuna delle vanità del proprio sesso. Perché mai dovrebbe rinunciare alla cura della bellezza e della cucina, doti di una vera donna del Sud? Ma in quella vigilia natalizia anche per lei le cose si fanno terribilmente complicate. E sì che tutto era cominciato alla grande: da anni non si ricordava un dicembre così caldo, se n'era andata in questura scoperchiando il tetto della sua Bianchina con un CD di Roberto Murolo a tutto volume. Al commissariato, però, l'attende una sorpresa. C'è un arrestato, le dicono, uno stimato professionista, con il golfino di cachemire e le mani tanto curate, accusato di violenza sessuale. Ordinaria amministrazione. Almeno finché Lolì non incrocia lo sguardo dell'incriminato. Quell'uomo lei lo conosce bene. E subito capisce che, oltre a far trionfare la giustizia, questa volta dovrà anche difendere se stessa.

LA MIA OPINIONE
Sapevo già da un po' di tempo che la mia strada di lettrice si sarebbe incrociata con quella della commissaria Lolita Lobosco, personaggio nato dalla penna di Gabriella Genisi. Quando ho letto il nome del personaggio citato nell'ultimo romanzo di Alessia Gazzola, Un po' di follia in primavera, in una scena in cui per caso interagisce con la dottoressa Allevi, mi sono detta che era proprio arrivato il momento di dedicare un po' del mio tempo alla lettura di La circonferenza delle arance.
Proprio in questo volume infatti possiamo leggere la prima avventura della commissaria Lobosco.

Lavorare in polizia per Lolita non è mai stato semplice. Spesso le voci peggiori lungo i corridoi del commissariato hanno avuto lei come protagonista, soltanto perché nonostante il mestiere non ha mai voluto rinunciare al suo modo di essere donna, che comprende un'altissima dose di sensualità oltre che molto tempo dedicato alla sua passione più grande, quella per la cucina.
Ma quando, in quella che era sembrata una mattina come un'altra, si ritrova davanti a Stefano Morelli, suo fidanzato del liceo, che è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale, fare il suo mestiere diventa decisamente più difficile. 
Ad accusare Stefano, stimato dentista, è la sua assistente, con cui l'uomo aveva una relazione ormai da qualche tempo.
Convinta dell'innocenza di Stefano, Lolita comincia ad indagare sulla vicenda, ma non mancano i momenti in cui è tormentata dai dubbi e quelli in cui si immerge nei ricordi di un amore passato che le ha lasciato l'amaro in bocca...

Da donna, ho sempre pensato che fosse difficile rapportarsi con le protagoniste femminili. Con la commissaria Lobosco, come già mi è capitato con qualche altra protagonista, ho avuto qualche piccolo problema, perché non sono riuscita ad entrare del tutto in sintonia con lei.
Lolita è una donna con la D maiuscola, intendiamoci. È un personaggio brioso, che non annoia e che combatte per raggiungere i suoi obiettivi. Il problema è che questo personaggio ha spesso atteggiamenti che non mi sono piaciuti e che non ho condiviso e proprio per questo tra di noi c'è stata qualche frizione.
Il caso su cui la commissaria indaga in questa prima avventura è piuttosto banale, nulla di complesso o indimenticabile.
A peggiorare la situazione già non molto entusiasmante si aggiunge anche lo stile dell'autrice, che è fin troppo scorrevoleLa punteggiatura spesso sembra essere stata dimenticata, soprattutto nei dialoghi e gli inserimenti in dialetto barese hanno poco di poetico o evocativo.
Mi aspettavo qualcosa di molto diverso, un giallo più camilleriano, invece mi sono trovata davanti ad un romanzo che non ha nessuno spunto originale.
Riesco a salvare soltanto in parte la protagonista, perché mi sono piaciuti alcuni aspetti della sua personalità, ma per il resto non ho trovato altre note positive in questo romanzo.

Insomma, il mio primo incontro con la commissaria Lolì non è stato dei più felici e ha sinceramente deluso le mie aspettative. Non credo che proseguirò con la lettura delle sue avventure.


Il mio voto per questo romanzo è di due riccetti!

1 commento:

  1. Non conosco il libro, nè ho intenzione di comprarlo, ma mi spiace che non ti sia piaciuto. È brutto quando un libro delude :(

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