lunedì 29 aprile 2019

Recensione: "Le stanze buie" di Francesca Diotallevi

Cari visitatori della Tana, 
eccomi tornata finalmente a recensire e questa volta per parlarvi di un romanzo che mi è stato consigliato più volte negli ultimi anni, ma che mi sono decisa a leggere soltanto adesso: Le stanze buie di Francesca Diotallevi, romanzo d'esordio di questa autrice di cui avevo già molto apprezzato Dentro soffia il vento.

Le stanze buie
di Francesca Diotallevi
Ugo Mursia Editore
2013
400 pagine
€ 22
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Torino 1864. Un impeccabile maggiordomo di città viene catapultato nelle Langhe: per volere testamentario di un lontano zio, suo protettore, dovrà occuparsi della servitù nella villa dei conti Flores. Il protagonista si scontra così con il mondo provinciale, completamente diverso da quello dorato e sfavillante dell'alta società torinese, e con le abitudini dei nuovi padroni e dei loro dipendenti. Nella casa ci sono un conte burbero, una donna eccentrica e anti-conformista, ma anche sola e infelice, un cameriere dalla doppia faccia e una vecchia che sa molte cose, ma soprattutto c'è una stanza chiusa da anni nella quale non si può assolutamente entrare. A partire da questo e da altri misteri il maggiordomo si troverà, suo malgrado, a scavare nel passato della famiglia per scoprire segreti inconfessati celati da molto tempo e destinati a cambiare per sempre la sua vita.


LA MIA OPINIONE

Vittorio Fubini ha sempre vissuto e lavorato a Torino, dove è diventato un perfetto maggiordomo, esattamente come lo zio Alfredo, un uomo che non ha mai conosciuto ma che lo ha sempre sostenuto economicamente.
Nel 1864 lo zio viene a mancare e per suo volere testamentario, Vittorio viene chiamato a prendere il suo posto come maggiordomo nella villa dei conti Flores, che si trova dispersa nelle Langhe.
Vittorio non è per niente entusiasta di questa prospettiva, ma il so senso del dovere gli impone di trasferirsi.
Al suo arrivo, il maggiordomo trova una situazione molto diversa da quella che si aspettava: pur essendo lo zio morto da pochi giorni, la casa versa in uno stato di abbandono e sporcizia; il resto della servitù è reticente ad accettare il suo arrivo, soprattutto il primo cameriere Fosco Abelli che sperava di prendere il posto di maggiordomo.
Vittorio deve per prima di tutto rendere conto al suo padrone, Amedeo Flores, un uomo scostante e scorbutico, quasi sempre assente, sposato con Lucilla, una donna bellissima, molto più giovane di lui, molto indipendente e soprattutto molto legata alla figlia Nora, che invece Amedeo quasi non considera.
Abituato a compiacere i padroni di casa, Vittorio si schiera inizialmente dalla parte di Amedeo, dato che Lucilla è l'esatto contrario di tutte le signore di alto rango che ha conosciuto sino ad allora. Poi però impara a conoscerla e proprio lì le cose cambiano: Lucilla oltre che una madre affettuosa e presente è anche una donna colta e creativa, che vuole più di ogni altra cosa essere libera.
Ma oltre che con una servitù ostile e due padroni sempre sul piede di guerra, Vittorio dovrà scontrarsi anche con i segreti di villa Flores, una dimora che nasconde ricordi tristi e lontani ma che sembrano pronti a riemergere dalle stanze buie. 

Raramente nella mia vita da lettrice mi era capitato di leggere un romanzo d'esordio scritto così bene. Che Francesca Diotallevi avesse una bellissima penna lo sapevo già, ma non mi aspettavo di trovare uno stile così maturo già nel suo primo romanzo. Uno stile ricco, pieno ma mai eccessivo, capace di descrivere meravigliosamente luoghi e persone, ma soprattutto le dinamiche, le situazioni, le emozioni talmente bene da farle entrare sottopelle.
La trama di questo romanzo è molto più complessa di quello che appare all'inizio e nel finale rivela tutto il suo intreccio, costruito ad arte.
Ho apprezzato molto il ritmo della narrazione
, che si conforma perfettamente alla trama, senza che i dettagli siano offuscati.
È impossibile non apprezzare il protagonista della storia, Vittorio Fubini, un uomo che si presenta come preciso, puntuale, rigido, tutt'uno con il suo lavoro. Nel corso del racconto, invece, lui per primo si scopre diverso, finalmente capace di separare il suo lavoro dalla sua personalità ma sopratutto capace di provare sentimenti veri e profondi dopo anni in cui il suo cuore si era inaridito.
Ma la prova del nove per la Diotallevi sono i personaggi secondari, che trovano tutti un ruolo ben preciso nel romanzo e nelle dinamiche che ne muovono la trama.
Lucilla, triste e bellissima, ma anche la piccola Nora. che si fa amare sin da subito, per finire con Amedeo, un uomo che profondamente infelice e crudele.

Le stanze buie è uno di quei romanzi che vi consiglio di leggere dal più profondo del mio cuore. È vero, il prezzo, unito al fatto che il romanzo non sia disponibile inversione digitale potrebbe frenarvi ma davvero, vale la pena di leggerlo.
E, detto tra noi, secondo me sarebbe un romanzo da cui trarre un film.






4 commenti:

  1. Sentii parlare di questo romanzo proprio qua sulla blogosfera qualche anno fa e, rimasta intrigata dalla trama, lo aggiunsi subito alla tbr. Purtroppo da allora non ho ancora avuto la possibilità di leggerlo, ma spero di rimediare presto!

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    1. È un libro che ti consiglio di tutto cuore. Anche se il prezzo può intimorire un po' ti assicuro che vale la pena comprarlo!

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