giovedì 9 ottobre 2014

Recensione di "Lo strano caso dell'apprendista libraia" - Deborah Meyler

Cari lettori, 
oggi vi parlo di un romanzo che ho finito di leggere ormai un paio di settimane fa.
Di solito ci metto molto meno per scrivere una recensione, ma in questo caso ho avuto bisogno di un po' di tempo per elaborare.
Il libro che recensisco oggi è Lo strano caso dell'apprendista libraia di Deborah Meyler, che a detta della cover e della fascetta è uno dei romanzi più amati dell'anno, in testa alle classifiche delle librerie indipendenti americane.
Il romanzo è stato pubblicato in Italia giusto un mesetto fa da Garzanti e conta 348 pagine. Il prezzo è di € 16,40 per la versione rilegata con sovracopertina, mentre l'ebook costa € 9,99.


TRAMA
Esme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina vede appeso un cartello: cercasi libraia. È l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l'attore. Poi c'è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei con le note della sua chitarra. Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda. E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio: non sa più se è quello che vuole davvero...



LA MIA OPINIONE
Parlare di questo romanzo non sarà semplice per me. Dal titolo, dalla cover e dalla trama mi ispirava moltissimo, ma le mie aspettative sono state disattese. 
La trama infatti suggerisce un libro intrigante, in cui la libreria in cui Esme lavora, grazie ai libri e ai suoi colleghi, cambia il suo modo di vedere le cose, ma in realtà non è così.

Esme è una ragazza inglese di ventitré anni che studia alla Columbia, a New York, grazie ad una borsa di studio. Da pochi mesi esce con Mitchell, un uomo più grande di lei di dieci anni del quale è follemente innamorata.  La vita di Esme cambia completamente quando scopre di essere incinta. E' combattuta perché da un lato vuole tenere il bambino, ma dall'altro sa che lei e Mitchell si conoscono davvero da poco tempo per formare una famiglia. Quando finalmente si decide a dire la verità a Mitchell, però, lui la lascia senza nemmeno lasciarla parlare. 
A quel punto Esme si ritrova da sola, il suo ex non sa del bambino e le sue finanze non sono esattamente in buone condizioni, per questo decide di trovare una lavoro part time, dato che quando il bimbo arriverà le spese saranno molte. Per caso o per fortuna, riesce a trovare lavoro proprio nella sua libreria preferita, La Civetta, dove George, il proprietario, la assume nonostante le sue condizioni. 
Non molto temo dopo però Mitchell si rifà vivo, viene a sapere del bambino ed in men che non si dica chiede ad Esme di sposarlo.
A quel punto Esme non sa cosa fare, se tornare con lui o se crescere il bambino da sola. Questo però è il momento delle scelte, ed Esme deve per forza scegliere una strada da seguire.

Di questo romanzo devo dirvi che non è stato affatto il romanzo che mi aspettavo, e purtroppo non intendo in modo positivo.
La trama aveva davvero del potenziale, poteva essere un romanzo migliore, invece l'autrice non è riuscita a sfruttare al meglio la sua stessa idea.

Il problema di questo romanzo sono prima di tutto i personaggi.
Esme è una donna fondamentalmente senza personalità. L'idea della ragazza inglese a New York che studia arte poteva avere molti risvolti, invece la Meyler è riuscita aa creare soltanto un personaggio incoerente, che predica il femminismo e poi si fa ripetutamente mettere i piedi in testa da Mitchell, che fa le sue scelte ma poi non ne accetta le conseguenze. La sua dignità viene ripetutamente calpestata come i fiori di un'aiuola pubblica, prima da Mitchell, poi dai genitori di lui ed infine da lei stessa.
Per quanto riguarda Mitchell, dire che è un bastardo è come fargli un complimento. E' davvero cattivo, snob, il più insopportabile tra gli uomini, ovviamente ricco sfondato.
Lui ed Esme sono completamente diversi e ce ne rendiamo conto entro le prime venti pagine, ma la csa che più mi ha sconvolta è che nonostante Mitchell sia il più insopportabile tra gli esseri umani, Esme continui a pendere dalle sue labbra. 
Per tutta la durata del romanzo Esme è succube delle decisioni di Mitchell. E' lui a dettare i ritmi della vita di lei, prendendone praticamente il controllo.
Non mi è piaciuto per niente il fatto che Esme fosse così passiva. Pur non essendo descritta come una persona debole, fondamentalmente lo è.
Con tutta la comprensione possibile per il fatto che fosse una ragazza incinta a soli ventitré anni, in un Paese lontano dal suo, non indipendente a livello economico, mi aspettavo che tirasse fuori l'orgoglio da un momento all'altro per il bene del suo bambino, invece questo non succede.
Inoltre dal titolo sembra che la libreria abbia un ruolo rilevante nella vicenda, invece non è così.
Quando nella trama si parla di libri che cambiano il morale delle persone o che danno delle risposte, non so davvero da dove siano andati a pescare questi elementi, perché le scene in cui Esme è in libreria è vero, sono molte, ma in un buon 70% di esse i libri non hanno alcun ruolo portante, dato che lei è costantemente impegnata a pensare al suo bambino, ma soprattutto al suo rapporto con Mitchell.
I dialoghi inoltre non sono il massimo, e soprattutto molti di quelli con Mitchell non hanno né capo né coda, ma quelli ancor più fastidiosi sono quelli tra Esme ed i genitori di Mitchell, che senza troppi giri di parole la trattano malissimo. Lei nei suoi pensieri reagisce, anche abbastanza duramente, ma nella realtà continua a subire, convinta del fatto che l'amore di Mitchell possa aggiustare tutto.
Insomma, avrete capito che questa non è la storia dell'apprendistato di Esme come libraia, ma piuttosto la storia di una donna con poca personalità, incapace di fare delle scelte, succube di un uomo che non ricambia il suo amore.

Da questo romanzo mi aspettavo magia, un pizzico di romanticismo e tanti, tanti libri, ma come avrete capito, sono rimasta parecchio delusa.
L'unico motivo per cui ho continuato a leggere questo romanzo era l'attesa di un finale migliore dell'intero romanzo e lo stile dell'autrice, molto descrittivo ma non per questo artificioso, anzi, molto scorrevole, tanto che in alcuni momenti mi è sembrato davvero di trovarmi a New York.
Purtroppo uno stile così ben rifinito ed un'idea così bella sono stati sfruttati nel peggiore dei modi.



Il mio voto per questo romanzo è due riccetti.
Una delusione!

martedì 7 ottobre 2014

Top Ten Tuesday #36: Citazioni!


Cari lettori,
come ogni martedì (o quasi) è ora di una nuova Top Ten!
Il tema che propone oggi The Broke and the Bookish non mi ispirava particolarmente, quindi ho fatto un giro tra i vecchi temi proposti che io non ho ancora trattato nelle mie Top Ten e ho scelto un topic molto interessante.
In questo post infatti vi elencherò dieci delle mie citazioni preferite.
Sappiate che le frasi qui riportate mi sono venute in mente giusto mentre sto scrivendo il post, ce ne sono moltissime che vorrei citare in realtà.
Procedo come sempre in ordine casuale.


Top Ten Quotes from Books

    • Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.
      Carlos Ruiz Zafòn, Il gioco dell'angelo

    • Le coincidenze sono le cicatrici del destino. Le coincidenze non esistono, Daniel: siamo solo marionette mosse dalla nostra incoscienza. Per anni mi sono illusa che Juliàn fosse ancora l'uomo di cui ero innamorata, o ciò che ne restava ... Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità.
      Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento

    • A volte dubito della mia memoria e mi chiedo se non finirò per ricordare solo quello che non è mai accaduto. Marina, ti sei portata via tutte le risposte.
      Carlos Ruiz Zafòn, Marina

    • Mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un'armatura, e non potrà mai essere usata contro di te.
      George R. R. Martin, Il trono di spade

    • Dirò loro che, nelle mattine brutte,mi sembra impossibile trarre piacere da qualcosa perché temo che possano portarmelo via. E che in quei momenti faccio mentalmente un elenco di ogni atto di bontà che ho visto fare. E' come un gioco. Ripetitivo. Persino un po' noioso, dopo più di vent'anni. Ma esistono giochi molto peggiori a cui giocare. 
      Suzanne Collins,
      Il canto della rivolta

    • Ho odiato le parole e le ho amate, e spero che siano tutte giuste.
      Markus Zusak, Storia di una ladra di libri

    • Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.
      J.K. Rowling,
      Harry Potter e la Pietra Filosofale

    • La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.
      J.K. Rowling,
      Harry Potter e i Doni della Morte

    • Girl Scouts didn't teach me what to do with emotionally unstable drunk boys.
      Stephanie Perkins, Anna and the French Kiss

    • “Reagan was sitting up at Cath's desk when Cath woke up. 
      "Are you awake?"
      "Have you been watching me sleep?"
      "Yes, Bella. Are you awake?"
      "No.” 
      Rainbow Rowell, Fangirl

    Ed eccoci arrivati alla fine di questo post, cari lettori.
    Ovviamente siete invitati a lasciarmi una o più delle vostre citazioni preferite, come sempre sono curiosissima di conoscerle!
    Al prossimo Martedì per una nuova Top Ten! 

    lunedì 6 ottobre 2014

    Recensione di "La prima cosa bella" - Dante B.

    Cari visitatori della Tana,
    è tempo di una nuova recensione! Oggi finalmente vi parlo di un altro dei libri nella mia TBR autunnale, La prima cosa bella di Dante B., ossia Bianca Marconero.
    Ho conosciuto Bianca grazie al suo Albion, primo volume di una serie fantasy uscito lo scorso anno che mi era davvero piaciuto.
    La prima cosa bella è un romanzo completamente diverso, uscito in autopubblicazione all'inizio di Settembre. Quando ho letto la trama sono rimasta praticamente folgorata, sapevo che dovevo leggere assolutamente e non appena ho avuto un paio di giorni liberi da altre letture, mi sono tuffata a capofitto tra le pagine digitali di questo romanzo e l'ho divorato.



    Il romanzo conta 275 pagine e lo trovate a soli € 0,99 su Amazon.

    TRAMA
    «Esiste solo l'amore non corrisposto» questa è la convinzione di Dante Berlinghieri, 21 anni, nerd appassionato di cinema e fumetti. Tra una birra nel solito posto, un esame all'università e una sosta in fumetteria la sua vita scorre più o meno tranquilla. 
    Ma una sera come tante, in uno dei soliti posti, arrivano anche le ragazze e da quel momento il mondo di Dante verrà completamente capovolto. 
    Si ritroverà promosso al ruolo di regista, in un film amatoriale; innamorato perso di una ragazza che non lo considera; oggetto dell'affetto di una ragazza che lui non considera. Pronto a correre per il gran finale sullo sfondo del carnevale di Venezia. 
    In questa biografia inventata, tra le scene dei suoi film preferiti, Dante scopre che nulla è come sembra . 
    Amor che a nullo amato amar perdona...porco cane! 




    LA MIA OPINIONE

    Avete presente quella fase della vostra vita da lettori che ritorna periodicamente, quelle drammatiche ventiquattro ore in cui non sapete quale libro cominciare a leggere e vi ritrovate a sfogliare le prime pagine di almeno cinque o sei libri senza iniziarne nessuno veramente?
    Ecco, La prima cosa bella, che ho terminato la scorsa settimana, è stato il romanzo che mi ha aiutata ad uscire dalle sabbie mobili del mio blocco del lettore.
    Una volta iniziato sapevo che l'avrei finito in poco tempo già dal primo capitolo, ma non mi aspettavo che pagina dopo pagina questo romanzo mi avrebbe catturata completamente, tanto che alla fine ho divorato tre quarti del libro praticamente in una serata.

    La prima cosa bella racconta, sotto forma di sceneggiatura, una fase della vita di Dante Berlingheri, un ventunenne  alle prese con una vita normale vita universitaria e che si divide tra studio, amici e la sua passione per il cinema ed i fumetti.
    Il protagonista di questa storia però vive aspettando, stando sempre un passo indietro, con la paura di lasciarsi andare. E' così che rimanda continuamente l'ultimo esame prima della laurea mentre i suoi amici sembrano aver già trovato la loro strada, aspetta l'amore della sua vita e intanto continua a stare con le ragazze sbagliate, si innamora di chi non lo corrisponde e finisce per non considerare quella ragazza che a lui ci tiene davvero e continua placidamente la sua routine.
    Insomma, a Dante non piace correre rischi, è un ragazzo che ha delle certezze e per lui è difficile lasciarsi andare e provare a buttarsi in una nuova avventura, ma a volte la vita ci riserva delle sorprese e se per Dante fino ad ora è stato difficile cambiare, allora saranno gli eventi inaspettati che lui stesso ci racconta a cambiarlo.
    Promosso a regista di un corto scritto da Beatrice, che piomba nella sua vita insieme ad Isabella e Fiamma in quella che sembrava una serata normale, Dante dovrà destreggiarsi tra la sua cinepresa ed il ruolo di regista, un amore non corrisposto, un altro che accetta soltanto perché non sa come uscirne ed uno del quale non si accorge. 
    Perché Beatrice con quei suoi occhioni lo guarda in modo speciale e Dante per i sentimenti non ha proprio naso, ma forse la vita stavolta vuole davvero essere buona con lui.

    Dante è davvero il perno dell'intero romanzo. E' straordinario come questo personaggio, attraverso queste pagine cominci a diventare sempre più credibile. Mi è capitato di leggere dei romanzi in cui il protagonista fosse un amante dei fumetti, un po' nerd, con la passione per i bei film, ma è raro trovare un personaggio così ben tratteggiato che non sia una macchietta, ma anzi, che acquista cedibilità pagina dopo pagina, che sia verosimile, che alla fine della lettura ti sembra di conoscere come un vecchio amico.
    Certo, a volte avrei voluto prenderlo a padellate perché è una persona a cui è difficile far cambiare idea e che a volte resta davvero troppo aggrappato alle sue certezze, ma in altri momenti mi sono sentita esattamente come lui, così legato alle sue abitudini, spaventato dai cambiamenti, attento a rimandare in tutti i modi possibili il momento di crescere.
    Ma senza nulla togliere a Dante, che ho davvero amato moltissimo come personaggio, la mia preferita resta Beatrice. Anche Bea è un personaggio vivo, una ragazza piena di passioni che non ha paura di mostrarsi per quello che è e di rischiare, soprattutto quando si tratta del suo futuro.  Conosciamo Beatrice soltanto attraverso gli occhi di Dante, ma mentre lui è davvero cieco per quanto riguarda i sentimenti che lei prova per lui, per noi sono facilmente intuibili. 
    Ho amato anche i personaggi secondari, in particolare Marco, il gemello di Dante, che è un po' il saggio della situazione, e ovviamente Isabella e Miguel, che portano nella vita di Dante tanto scompiglio, ma nelle scene in cui sono presenti loro due, le risate sono assicurate - per noi lettori almeno!

    La prima cosa bella è sicuramente una storia d'amore, ma raccontata in un modo tutto particolare, e non sto parlando soltanto della struttura.
    Se vi aspettate arcobaleni e cuoricini fluttuanti, no, questo non è il romanzo che fa per voi, ma se volete un romanzo che oltre che d'amore parli delle vita, della passioni che la muovono, del fatto di dover crescere e di essere un po' spaventati del futuro, allora sì, questo è il romanzo che dovete leggere.
    E' una lettura senza troppe pretese, lo stile e semplice e scorrevole, ma è un romanzo che regala tanto, oltre che emozioni regala tanti piccoli insegnamenti e le citazioni all'inizio di ogni scena sono la ciliegina sulla torta.
    I dialoghi poi sono una vera chicca.

    Insomma, questo romanzo ve lo stra-consiglio. A me è piaciuto moltissimo e sono davvero felice di averlo letto. Bianca è riuscita a scrivere un piccolo capolavoro, un romanzo che mi ha regalato tanto pur raccontando una storia semplice. Non mancano mai quel tocco di ironia e le battute intelligenti, che riescono ad alleggerire l'atmosfera anche nei momenti più complicati. 
    E' un romanzo che so per certo mi rimarrà nel cuore, ma intanto voglio già rileggerlo.
    Suppongo che abbiate già indovinato il mio voto dato quello che ho scritto!



    Il mio voto per questo romanzo è cinque riccetti!
    (ma sappiate che ne darei anche sei se potessi!)

    domenica 5 ottobre 2014

    Clock Rewinders #54



    Cari visitatori della Tana, 
    è il momento del recap della settimana!
    La rubrica, come sapete, è ideata dai blog On a Book Bender e 25 Hour Books.
    Troverete qui un riassunto della settimana, che riguarda questo blog, i blog che seguo, le mie letture e un po' di quello che mi passa per la testa sul momento.


    {La settimana appena trascorsa nella Tana}

    • Ho recensito Lola and the Boy Next Door di Stephanie Perkins e Under di Giulia Gubellini;
    • Nell'ultimo appuntamento con la rubrica Roba da Lettori vi ho parlato di alcune cose che non sopporto nei romanzi;
    • Ho finalmente creato un nuovo Dreamcast, questa volta quello per Anna and the French Kiss di Stephanie Perkins.

    {La settimana appena trascorsa nella blogosfera}

    • Jerry ha recensito The Shining Girls di Lauren Beukes, un romanzo che devo leggere da tempo immemore;
    • Anche Tatihyana ha letto un romanzo che mi interessa leggere, ossia L'estate dei segreti perduti  di E. Lockhart;
    • Su reading is Believing trovate la recensione di La prima cosa bella di Dante B., ovviamente a cura di Denise;
    • Leda invece ha letto Hunger Games di Suzanne Collins;
    • Su La Bella e il Cavaliere Amaranth ha curato la recensione di Resta anche domani di Gayle Forman;
    • Frannie invece si è dedicata alla lettura di Black Ice di Becca Fitzpatrick;

    {Serie TV}

    La mia settimana, telefilmicamente parlando, è stata intensa.
    Partirei dal season (o forse midseason?) finale di Outlander. Non so ancora se mi abbia convinta del tutto. Non ricordo precisamente questa parte del romanzo, ma a prescindere da questo, non mi è piaciuta l'impostazione dell'episodio con il doppio PoV di Claire e Frank - che di certo non c'è nel romanzo- e Caitriona in questo episodio non è stata proprio al 100%. Insomma, non sono pienamente soddisfatta. 
    Passando agli episodi di Domenica scorsa, partirei da Once Upon a Time. finalmente è iniziata la quarta stagione, attesissima perché è stata introdotta la storyline di Anna ed Elsa, protagoniste di Frozen. Le due principesse di Arendelle hanno soddisfatto le mie aspettative, anche se ancora devo capire come integreranno la loro storyline con quello che sta succedendo a Storybrooke. Molto meno soddisfacente infatti è stata la storyline di Emma e Hook (MEH) e non sono del tutto convinta di quella Rumbelle, perché Rumple sta combinando un vero pasticcio. Ma la scena del ballo è stata così tenerella, mi sono quasi commossa *-* Regina sta torando un po' evil e io nella sua situazione farei esattamente la stessa cosa. Go Regina go!
    Altra puntata domenicale è quella di Downton Abbey, che nella 5x02 sta cominciando ad ingranare. Prevedo ancora più drama di quanto ne ho previsto con la prima puntata, molti segreti stanno venendo a galla!
    Lunedì invece è stata la volta della 7x01 di Castle. Questa serie mi era mancata terribilmente, non vedevo l'ora di sapere cosa fosse successo dato il cliffhanger del season finale della sesta stagione e...wow. Stavolta i misteri da svelare sono parecchi ed io non vedo l'ora che sia Martedì per vedere il 
    nuovo episodio.
    La seconda puntata di Gotham è stata all'altezza delle mie aspettative, dato che si è focalizzata meglio sulle storyline introdotte nel primo episodio. Seguirò con particolare attenzione the Penguin, che sarà anche un killer leggermente psicopatico, ma è così tenero!
    Sleepy Hollow come sapete è una delle mie serie preferite, e sono contenta che Katrina sia rimasta insieme al Cavaliere. Più spazio per la Ichabbie :3 Sono un po' preoccupata per Irving che sembra leggermente nei guai, ma Ichabod ha una soluzione per tutto...o quasi.
    Il giorno più impegnativo è stato sicuramente Martedì, dato che sono usciti ben quattro episodi. Mi soffermo brevemente su Selfie e Manhattan Love Story di cui ho visto i pilot. Siamo soltanto all'inizio ma mi sono sembrate due serie carine, leggere, che servono apposta per far sorridere chi le guarda. La prima è ispirata a My Fair Lady, in una versione molto moderna e come potete capire facilmente dal titolo, incentrata sul fatto che la protagonista sia una social-dipendente che, dopo una terribile figura davanti ai suoi colleghi, decide di cambiare e di diventare una persona migliore. La seconda invece racconta la storia di una ragazza della provincia americana che si trasferisce per lavoro a New York e causa amici comuni che la costringono, comincia ad uscire con un ragazzo. La cosa carina è che oltre ai dialoghi sono ripresi anche i pensieri dei personaggi, che rendono il tutto più vero, ma anche più divertente. Entrambe consigliate!
    Altri episodi del Martedì sono stati quelli di Forever e The Mindy Project, che trattano materie molto diverse ma che fino ad ora procedono bene. Ioan Gruffud sta facendo davvero un bel lavoro in Forever, e la sua storia mi intriga davvero, mentre Mindy adesso è alle prese con la sua relazione stabile con Danny, e non tutto è semplice. Tuttavia in questa serie c'è sempre quel tocco di ironia, anche nei momenti più tristi, che rende questo show unico el suo genere.
    Devo ancora vedere la 4x02 di Scandal, vi farò sapere prossimamente!

    Questa settimana mi sono dilungata particolarmente sulle serie TV, e mi scuso se vi siete annoiati, ma sappiate che dalla prossima settimana seguirò circa quindici serie, quindi potrebbe peggiorare!

    {Crush of the week}


    La mia crush della settiman è decisamente Jeremy Renner. Questa settimana ho rivisto sia The Avengers che American Hustle, per cui nessun miglior candidato al titolo di lui, questa settimana!


    Per questa settimana direi proprio che è tutto, cari lettori.
    Alla prossima Domenica per il nuovo recap!  

    venerdì 3 ottobre 2014

    Dreamcast #6: "Anna and the French Kiss" di Stephanie Perkins




    Cari visitatori della Tana,

    è il momento di un nuovo appuntamento con Dreamcast, la rubrica in cui vi presento il mio cast ideale per un libro che ho già letto.
    In questo nuovo appuntamento voglio assolutamente parlarvi del mio cast ideale per Anna and the French Kiss di Stephanie Perkins
    , di cui trovate QUI la mia recensione.

    Per quanto riguarda questo romanzo non c'è alcuna notizia su un eventuale adattamento cinematografico, ma non vi nego che sarei curiosissima di vedere un film o una miniserie basata su questo romanzo. 
    In attesa di una qualche novità in merito -che mi propongo di comunicarvi se mai arriverà- vi propongo il mio cast ideale! 





    Melissa Benoist as  Anna Oliphant
    Dal romanzo sappiamo poco di Anna, se non che ha i capelli lunghi e un piccolo spazio tra gli incisivi superiori. Sa di essere carina ma non bellissima. Dopo un'attenta riflessione ho scelto Melissa Benoist, che molti di voi avranno visto in Glee a partire dalla quarta stagione, in una versione più semplice però di quella che siamo abituati a vedere nello show.




    Nico Mirallegro as Etienne St. Clair
    Adesso penserete che sono di parte. Ho detto talemnte tante volte che Nico Mirallegro è una delle mie più grandi celebrity crushes che probabilmente chi di voi mi segue da un po' sarà stufo di leggerlo, ma credetemi, non c'è attore più adatto al ruolo di Etienne.
    Etienne non è alto, ha dei bellissimi capelli scuri sempre un po' arruffati ma curati (I-pretend-I-don't-care-but-I-really-do hair)  degli occhi castani da cucciolo e le lentiggini.
    Non solo Nico ha tutto questo, ma in più ha una voce che è così bella da far venire i brividi, oltre che un accento che gli invidio da morire.
    Insomma, la Perkins sembra proprio che si sia ispirata a lui!




    Eliza Taylor as Meredith Chevalier
    Alta, bionda e atletica, Meredith è una delle migliori amiche di Anna nella sua scuola parigina. Di lei sappiamo che è alta sopra la media per essere una ragazza, pratica molti sport tra cui il calcio, quindi ha un bel fisico e porta i capelli biondi a caschetto. Giorni fa mi sono imbattuta in questa foto di Eliza Taylor -che interpreta Clarke in The 100- et voilà!



    Drew Roy as Josh Wasserstein
    Di Josh sappiamo che è un ragazzo affascinante, prima di tutto. Potrebbe sembrare il tipico bello e dannato, ma in realtà è un personaggio che va oltre questo stereotipo vuoto.
    Ultimamente mi è capitato di vedere qualche episodio di Falling Skies in cui recita Drew Roy, che mi è sembrato affascinate, misterioso e un po' indie, proprio come Josh, per cui ho scelto lui.


    Afshan Azad as Rashmi Devi
    Rashmi è una ragazza di chiara origine indiana, molto intelligente, di una schiettezza a volte disarmante. Volendo scegliere un'attrice che rispecchiasse non solo le origini di questo personaggio, ma che fosse anche credibile nel ruolo, ho scelto Afshan Azad, che nei film di Harry Potter ha interpretato Padma Patil.


    Deborah Ann Woll as Ellie
    E' la rivale in amore di Anna, ossia l'attuale ragazza di Etienne. Anche se questa attrice non simiglia fisicamente alla Ellie del libro, l'ho scelta perché ha insieme qualcosa di sofisticato, affascinate, tenero, ma ha anche uno sguardo volitivo, ed è proprio così che mi sono immaginata Ellie.





    Aaron Johnson as Toph
    Ossia l'attuale firt/quasi ragazzo di Anna. Di lui sappiamo che suona in una band, che è molto affascinate e che ha gli occhi verdi. Quando ho letto di lui, ma soprattutto quando succede ciò che succede con Anna nel romanzo, mi sono fatta un'immagine esatta di lui, e per me Aaron Johnson sarebbe perfetto per interpretarlo.








    Hayley Williams as Bridgette
    La migliore amica di Anna, Bridgette, o meglio Bridge, è rimasta ad Atlanta, ma nonostante questo, le due rimangono in contatto.
    Per Bridge, dato che suona in una band, volevo un'attrice un po kickass, ma al momento non mi veniva in mente nulla, finché ho avuto una folgorazione mentre la mia playlist di Spotify suonava. Hayley Williams, la cantante dei Paramore, sarebbe decisamente perfetta!










    E per oggi credo proprio di aver finito con il mio cast.
    Ovviamente sono curiosa di sapere se avendo letto questo romanzo voi avete immaginato altri attori in questi ruoli o magari se vi piacciono le mie scelte.

    giovedì 2 ottobre 2014

    Recensione di "Under" - Giulia Gubellini

    Cari visitatori della Tana,
    è tempo di una nuova recensione! 
    Finalmente oggi vi recensisco un libro che volevo leggere da tempo, uno dei romanzi che ho corteggiato per un po' di tempo e di cui finalmente sono riuscita a vincere una copia in un giveaway recente organizzato da Frannie.
    Sto parlando di Under di Giulia gubellini, un romanzo che volevo leggere praticamente da quando è uscito lo scorsu Giugno, edito da Rizzoli.
    Il romanzo conta 306 pagine e il prezzo è di € 14,90 per la versione rilegata con sovracopertina e di € 9,90 per l'ebook.



    TRAMA
    Italia, 2025. Quando Alice si risveglia in una cella dal soffitto basso e le pareti strette, in sottofondo l'urlo di una sirena, salta in piedi sulla branda, con il cuore che le martella nel petto. Quando poi la voce metallica di un altoparlante le ordina di dirigersi verso la Sala Comune, si accorge di non essere sola: insieme a lei ci sono altri dodici ragazzi, i detenuti dei Centri Rieducativi più pericolosi del Paese. L'ultima cosa che ricorda, Alice, è la protesta a Città 051 contro l'Autorità Provvisoria, che controlla la politica, e il blindato nero in cui è stata trascinata insieme ad Andrea, il ragazzo che le piace. Non avrebbe mai immaginato di risvegliarsi in un bunker tra le Alpi, è certa di essere stata rinchiusa lì per errore. Divise grigie e cibo in scatola, un orologio arancione al polso, il tempo nel bunker sembra non passare mai in attesa delle 17, ora in cui ogni giorno due Sfidanti sono chiamati a lottare all'ultimo sangue nella Gabbia. Per Alice è subito chiaro che là sotto, anche se hai sedici anni, non hai diritto di avere paura e nemmeno di innamorarti. Perché dentro Under, il reality show della morte di cui è cavia insieme ai compagni, si sopravvive solo uccidendo. Ma anche nella prigione più terribile puoi scoprire chi sei e cambiare le regole. Insieme, ribellarsi è possibile, e il gioco al massacro può trasformarsi in rivoluzione...



    LA MIA OPINIONE

    Come vi ho anticipato, ero davvero curiosa di leggere questo romanzo, dato che è il primo romanzo distopico ambientato in Italia che mi è capitato di conoscere. Inoltre avendo letto molte opinioni positive avevo cominciato a leggere questo romanzo con aspettative molto alte, ma alcune sono state disattese purtroppo.

    Nell'Italia del 2025 non c'è più nulla dell'Italia di oggi.
    La democrazie è stata demolita mattone dopo mattone e si è instaurato un regime militare comandato dal Presidente. Nessuno ha mai visto quest'uomo, né i membri del suo governo, eppure tutti sono terrorizzati da lui e dal suo regime.
    Il romanzo vede come protagonista Alice, una sedicenne di Città 051, che in una mattina grigia decide finalmente di parlare con il ragazzo che le piace, un tipo carino che da più di un anno incontra sul giallo, l'autobus diretto a scuola.
    La ragazza tenta di intavolare la conversazione nel miglior modo possibile e di certo non si aspettava che Andrea ricambiasse il suo interesse e anzi, la invitasse a trascorrere del tempo con lui, anche se nel meno romantico dei contesti: una protesta contro l' Autorità Provvisoria.
    Alice non se lo fa ripeter due volte e un po' per incoscienza, un po' perché trascinata dai suoi sentimenti, segue Andrea alla protesta. Alice ha intenzione di rimanere defilata e di non farsi notare, ma durante una carica dei militari Alice e Andrea vengono catturati.
    Dopo un lungo sonno Alice si risveglia in una cella. E' stata portata da un furgone nero da Città 051 fin sulle Alpi, dentro un bunker, insieme ad altri ragazzi, per le prove di Under, un reality che vuole mandare in onda l'Autorità per mostrare alle persone cosa si rischia se si disobbedisce o se ci si ribella al potere.
    Perché è questo che sono i compagni di Alice, dei criminali provenienti dai Centri di Rieducazione di tutta Italia. 
    Stare nel bunker è un'esperienza terribile, il tempo non passa mai, il cibo viene razionato e i ritmi scanditi dalla Voce. Ma la cosa peggiore è che i ragazzi devono affrontarsi a coppie in una lotta all'ultimo sangue dentro la Gabbia. Se si rifiutano, saranno uccisi da un gas letale.
    Alice pensa di essere dentro il bunker per sbaglio, ma in ogni caso è in ballo, e deve ballare, volente o nolente.
    Nel sistema di Under non ci sono falle, non può essere imbrogliato. Bisogna lottare per sopravvivere.


    Leggendo la trama di questo romanzo è inevitabile pensare a Hunger Games e a primo impatto anche per me è stato così.
    Tuttavia pagina dopo pagina mi sono dovuta ricredere, dato che Under è diverso da Hunger Games già a partire dalla struttura.
    Alice è indubbiamente la protagonista del romanzo, ma oltre a seguire la sua storyline, che viene raccontata in terza persona, scopriamo anche le storyline ed i background degli altri personaggi.
    In particolar modo seguiamo le storyline di Sara, la sorella di Alice, e Simone, che si impegnano proprio nella ricerca della ragazza. Poi scopriamo anche i background e alcune storyline di alcuni dei ragazzi rinchiusi nel bunker insieme ad Alice, sempre tramite la narrazione in terza persona, e devo ammettere che è interessante seguire le storie che si intrecciano in questo modo, anche se a volte il cambio di PoV è improvviso e può sembrare brusco.
    Alice è un personaggio sicuramente ben disegnato, ha delle caratteristiche interessanti, ma non è ben approfondito e va da sé che anche gli altri personaggi, dato che rispetto a lei hanno un ruolo secondario, sono a loro volta ben tratteggiati, soprattutto in merito al loro background, ma poco approfonditi.
    Per quanto riguarda la faccenda del reality, è vero, da questo punto di vista è un romanzo decisamente accostabile ad Hunger Games, ma mentre nel romanzo della Collins si tratta di un reality già consolidato negli anni, in Under si tratta delle prove per un reality nuovo, che avrà come protagonisti dei ragazzi che hanno commesso dei crimini
    Under non è soltanto il nome del reality, ma anche il nome affibbiato ai suoi protagonisti, che possono salvarsi soltanto combattendo nella Gabbia.
    Il reality deve essere uno show crudele, senza filtri, che dimostri quanto drastiche possano essere le punizioni nei confronti dei criminali.
    A gestire Under ci sono due personaggi misteriosi, F e T, che hanno studiato le cartelle dei partecipanti al reality e conoscono ogni loro punto debole. Sanno come metterli sotto pressione, come indirizzare le loro reazioni, come metterli uno contro l'altro. F e T sono due abili burattinai che conoscono bene i loro burattini e non mancano mai di muoverli a loro piacimento, anche se bisogna dire che anche i burattinai a volte possono avere dei punti deboli e a volte la troppa sicurezza li porta a sbagliare.

    Ho molto apprezzato anche l'ambientazione. Un'autrice italiana che sceglie di ambientare il suo libro in Italia, quando tutte le tendenze del momento parlano degli USA come ambientazione ideale, soprattutto per i romanzi distopici, beh, direi che è un'autrice coraggiosa. Mi è piaciuto il modo in cui Giulia Gubellini ha disegnato quest'Italia del futuro, anche se la situazione è decisamente drammatica. Scorrendo le pagine del romanzo si respira l'aria di oppressione e disperazione portata dall'Autorità Provvisioria.
    Nulla è lasciato al caso e tutto è disegnato con chiarezza, anche se sarei davvero stata curiosa di saperne qualcosa in più sull'organizzazione dello Stato.
    Altra cosa che ho apprezzato è stato l'elemento paranormale inserito ad hoc e che ha reso la storia più intrigante e complessa, disegnando delle sfaccettature che non mi aspettavo.

    Un elemento che non mi è piaciuto invece è stato l'elemento romance. Ho trovato l'inserimento dell'elemento romance un po' forzato, poco naturale, perché in un contesto come quello del bunker è qualcosa che trovo fuori dalla logica. Se davvero i partecipanti al reality devono guardarsi le spalle da tutti, per quanto due ragazzi possano essere attratti l'uno dall'altra trovo forzato che finiscano per innamorarsi nel giro di pochi giorni, anche se in un ambiente chiuso come quello del bunker le emozioni possono essere vissute in maniera amplificata.
    Nel momento in cui seguiamo la storyline di Alice e soprattutto nella parte centrale del romanzo, questo elemento ha un certo peso e mi ha fatto un po' storcere il naso.

    Sicuramente in questo romanzo sono più i lati positivi che quelli negativi, c'è molta azione, parecchia adrenalina e non mancano i colpi di scena. 
    Se vi piacciono i romanzi distopici e siete in vena di un bel po' d'azione, ma soprattutto se avete uno stomaco forte, tanto da sopportare le scene cruente che spesso troviamo nel corso della narrazione, allora Under è decisamente un romanzo che fa per voi.



    Il mio voto per questo romanzo è tre riccetti e mezzo!

    Il romanzo al momento è un autoconclusivo, ma Giulia Gubellini ha dichiarato che sta pensando ad un sequel di Under ed io sarei contenta di avere almeno un secondo volume perché secondo me molti punti di questo romanzi hanno del potenziale e meriterebbero di essere approfonditi.
    Per sapere qualcosa in più su Giulia e sul romanzo, vi rimando alla carinissima intervista di Frannie, che trovate qui.
    Da Under poi è stata tratta anche una webserie omonima, che si distacca dal romanzo ma ne riprende parecchi elementi. Si tratta di dieci episodi che potete guardare online su questo sito

    mercoledì 1 ottobre 2014

    Roba da lettori #4: Cose che non sopporto in un romanzo


    Cari visitatori della Tana,
    è arrivato l'ora di un nuovo appuntamento con la mia rubrica Roba da lettori, che non pubblicavo da un po' di tempo.
    Oggi vi parlo di alcune cose che no, proprio non riesco a sopportare nei romanzi.
    Cercherò di limitarmi ad alcuni argomenti onde evitare poemi chilometrici, e mi atterrò ad alcuni dei cliché che mi fanno davvero innervosire.
    Dove necessario, userò delle gif, magari per rendere meglio i vari concetti!


    Le Mary Sue.
    Ossia le protagoniste o in generale i personaggi femminili eccessivamente stereotipati.
    Mary Sue è una ragazza mediamente bella, di solito porta i capelli lunghi che ama portare raccolti nel 99% dei romanzi.
    Le Mary Sue più particolari hanno i capelli rossi -le ginger ultimamente vanno molto di moda- ma di solito hanno lunghi capelli biondo cenere oppure di un più comune castano.
    Sono generalmente timide, molto insicure e hanno la capacità di arrossire ad ogni complimento e una sorta di tachicardia che rischia loro di causare un attacco di cuore ogni volta che il ragazzo di cui sono innamorate si avvicina.
    Nel corso del tempo gli stereotipi femminili che ho incontrato nelle mie letture sono notevolmente cambiati, ma ce ne sono alcuni ricorrenti che proprio non riesco a sopportare.


    • Il brutto anatroccolo che nell'arco di venti pagine si trasforma in un bellissimo cigno;
      Ci sono quelle ragazze che passano metà del romanzo ad indossare vestiti sformati, maglioni della nonna e le immancabili All Star, girano senza trucco e vivono all'insegna della semplicità professando che credono nel fatto che la bellezza interiore sia più importante di quella esteriore. Poi improvvisamente hanno un'illuminazione e con un trattamento di bellezza improvviso e rapidissimo decidono di mettere gonne e tacchi 12 e una dose di eyeliner che Cleopatra in confronto sembrerebbe una dilettante.
      No dico, ma un po' di coerenza? Anch'io credo che in una persona la bellezza esteriore conti in modo relativo, ma preferisco un personaggio che non si nasconda dietro slogan scontati per poi avere attacchi alla Dr. Jeckyll e Mr. Hyde per riuscire a cambiare da un momento all'altro e diventare da sfigata a stangona, come se vivesse dentro una puntata di Ma come ti vesti?
      Preferisco di gran lunga le ragazze o le donne a cui piace sentirsi belle nel loro piccolo e non hanno paura di ammetterlo.
    Doctor says it all!
    • Le santerelline;
      Nei romanzi ci sono spesso e volentieri quelle ragazze che stanno una spanna sopra a tutti e quasi camminano ad un palmo da terra, circondate da un'aura di virgineo candore. Insomma, quelle che predicano che no, i ragazzi non gli interessano e mai, mai e poi mai farebbero sesso con qualcuno. E poi, sempre in maniera coerente, passano metà del libro a sbavare sul co-protagonista figo di turno, sul figo della scuola o sul Gary Stu di turno.
      Non ci trovo niente di male nel fatto che un personaggio femminile sia attratto da un personaggio maschile al punto di avere delle fantasie erotiche ma le insopportabili santerelline, quelle che predicano bene e razzolano male, proprio no.
    • Le nuove arrivate;
      Non so se anche a voi è capitato lo stesso, ma negli YA soprattutto mi capita spesso di leggere di protagoniste che puntualmente sono delle nuove arrivate a scuola.
      Certo, la Meyer sulla Bella Swan appena arrivata che ha fatto strage di cuori nel paesello di Forks ci ha costruito la sua fortuna, ma davvero, ne ho abbastanza.
      Per rendere un personaggio interessante non c'è bisogno di farli attraversare il continente per trasferirle in una nuova scuola e far sì che tutta la popolazione maschile della scuola le trovi attraenti!
    • La lettrice che non legge;
      Questa categoria mi sta particolarmente antipatica, ma allo stesso tempo è molto diffusa. Molte Mary Sue sono delle lettrici, tanto che quando gli autori ce le presentano ci dicono che sono amanti della letteratura e amano immergersi tra le pagine di un romanzo, preferibilmente di Jane Austen o di Emily Bronte, ma poi nel corso delle successive quattrocento pagine non le troviamo mai alle prese con un romanzo. MAI. Non c'è una scena in cui leggano una pagina qualsiasi, nemmeno la lista della spesa.


    I Gary Stu.
    La mia reazione davanti all'ennesimo ciuffo
    ribelle/ciocca ribelle/capello arruffato
    Oltre che a quelli femminili mi sembra giusto dare spazio anche ai personaggi maschili.
    Il tipico protagonista o coprotagonista maschile Gary Stu è un bel ragazzo, generalmente alto, dal fisico tonico e dagli occhi chiari -blu come l'oceano, grigi come il mare in tempesta, azzurri come il cielo o verdi come un prato di montagna- ma per gli autori più alternativi i suddetti occhi potrebbero essere anche neri come il petrolio.

    Caratteristica essenziale dei Gary Stu sono i capelli. I Gary Stu hanno necessariamente i capelli arruffati, amano passarsi le mani tra i capelli e se i loro capelli non sono arruffati c'è sempre qualche ciocca ribelle oppure un ciuffo ribelle che ricade puntualmente sugli occhi nemmeno fossero degli yorkshire a pelo lungo.

    Ma oltre al fisico, è necessario analizzare anche alcune categorie di Gary Stu.

    • Il bello e dannato;
      Immancabile in tutti gli YA che possano essere definiti tali ma lo ritroviamo anche nei romanzi rosa - non YA, è il tipico ragazzo bellissimo, biondo o moro non ha importanza, ma è un bel ragazzo e sa di esserlo. Ostenta la sua sicurezza e di solito ha un caratteraccio. La nostra Mary Sue non può proprio fare a meno di avere dei battibecchi con lui ma allo stesso tempo ne è terribilmente attratta.
      Per dargli un minimo di spessore generalmente a questi personaggi si accosta un passato difficile. Spesso il bello e dannato possiede una motocicletta, ha qualche tatuaggio e degli amici poco raccomandabili, ma è pronto a cambiare per la sua Mary Sue.
    • Il bello e intelligente;
      Quella del bello e intelligente è una categoria particolare, in cui facciamo rientrare tutti quei personaggi maschili che vediamo bellissimi attraverso gli occhi della protagonista femminile, ma che non sono soltanto belli fisicamente ma anche i primi della classe.
      Hanno successo a scuola o al college, sanno come compiacere i docenti, svolgono un sacco di attività e hanno anche il tempo per avere una vita sociale invidiabile, dato che frequentano i locali in, hanno degli amici in, sono invitati a tutte le feste e di solito vincono anche la corona di Re del ballo.
    • Il figlio di papà che vuole essere alternativo;
      Generalmente bellissimo e ricchissimo, il figlio di papà che vuole fare l'alternativo di solito frequenta la scuola o il college per hobby e vive per le feste e per sperperare il patrimonio di famiglia. Nel 90% del suo tempo è impegnato ad andare dietro alla Blonde and Bitch (vedi sotto), ad organizzare scommesse o corse illegali sulla sua auto o moto ultimo modello e ovviamente ad ubriacarsi alle feste.
      Capita spesso che come il Bello e Dannato abbia alle spalle una famiglia assente e frequenti compagnie poco raccomandabili, ma nel momento in cui ha conosciuto la sua Mary Sue, ha deciso di cambiare. Non dichiara mai apertamente i suoi sentimenti, ma poco a poco lo vediamo intenerirsi.

    Stereotipi dei personaggi secondari.
    Anche i personaggi secondari sono spesso stereotipati, in particolare gli amici dei protagonisti.
    Oltre alla Blonde and Bitch, che è generalmente un personaggio secondario, incontriamo spessissimo anche:
    •  Il migliore amico;
      Di solito è carino, magari un po' nerd, e nel 90% dei casi è innamorato della protagonista ma non ha il coraggio di dichiararle i suoi sentimenti. Passa il suo tempo a scodinzolare
       dietro alla sua Mary Sue, nella speranza che lei gli dedichi un po' di attenzione, ma nel 99% dei casi lei non fa altro che parlargli del ragazzo di cui lei si è innamorata.
    Prendo un attimo fiato tra un cliché e l'altro!
    • Blonde and Bitch;
      Ovvero la str***a di turno.
      Puntualmente bionda o finta bionda, popola gli YA, ma anche i romanzi per adulti avendo un'unica missione, quella di demolire le poche sicurezze che la protagonista ha, rendendo a lei ed eventualmente ai suoi amici la vita un inferno.

    • La migliore amica/ Le migliori amiche;Generalmente nei romanzi troviamo lo stereotipo della coppia di migliori amiche, al massimo del trio. Ci sono diverse possibilità di combinazione, ma quello che trovo più spesso è quello protagonista timida ed introversa con migliori amiche estroverse e festaiole, si quelle che sono dedite alle relazioni sociali, allo shopping e al tenersi in forma, tanto che spesso mi capita di chiedermi come sia possibile che persone tanto diverse siano amiche!

    • I genitori assenti;Per i genitori, soprattutto in uno YA, ci sono poche regole.
      I genitori che proprio mi sembrano surreali sono spesso assenti per via del lavoro. Di solito sono semplicemente assenti, ma gli autori più fantasiosi gli affibbiano anche professioni inverosimili che li costringono in giro per il mondo, abbandonando così i figli diciassettenni alla loro sorte. Così i suddetti figli hanno sempre la casa per loro, in qualsiasi momento dell'anno e nelle poche telefonate che si scambiano con i genitori questi non si interessano nemmeno troppo dello stato di salute dei propri pargoli.

    Per oggi, cari lettori, credo proprio di essermi dilungata abbastanza.
    Come vi ho sempre detto i cliché mi vanno bene finché sono gestiti bene dall'autore, ma spesso e volentieri gli autori sono sanno renderli propri, non sanno plasmarli bene, quindi ne viene fuori un vero pasticcio, che mi causa proprio il nervoso.
    Credo proprio che per darvi una panoramica più completa di tutti quei casi letterari che mi fanno alzare gli occhi al cielo avrò bisogno di scrivere un altro post per questa rubrica, quindi stay tuned!
    Alla prossima!